Ezio Colliard e Valerio Cappelletti sono tornati in libertà: il giudice evidenzia l’assenza di gravi indizi

Ezio Colliard e Valerio Cappelletti sono tornati in libertà: il giudice evidenzia l’assenza di gravi indizi
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«Assenza di gravi indizi»: il giudice delle indagini preliminari di Aosta Giuseppe Colazingari lunedì scorso, 22 maggio, ha convalidato l'arresto dell'imprenditore Ezio Colliard e dell'architetto Valerio Cappelletti, ma con questa formula ha respinto la richiesta della Procura di confermare i domiciliari rimettendo entrambi in libertà. La vicenda è relativa a quella che gli inquirenti ritengono una presunta corruzione riguardante anche il rilascio dei titoli per la realizzazione di un condominio alto 36 metri, denominato The Stone, che dovrebbe sorgere a Cervinia al posto dell'ex Hotel Fosson. Accuse fermamente respinte dagli indagati. I 2 sono stati fermati venerdì 19 maggio in piazza Chanoux ad Aosta dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza, che ha condotto le indagini coordinate dal sostituto procuratore Luca Ceccanti. Poco prima erano stati nello studio del notaio Giampaolo Marcoz (che ovviamente è totalmente estraneo alla vicenda giudiziaria), per firmare un atto preliminare di compravendita per poco più di un ettaro di terreno edificabile denominato «ex area camper» a Cervinia con una caparra di 150mila euro per un valore di 2 milioni e mezzo. Sullo sfondo dell’operazione, un investimento di 25 milioni 375mila e 500 euro per costruire un complesso alberghiero. In tutto 7 venditori, tra cui la società Alva di Antey-Saint-André dei fratelli Valerio e Alessio Cappelletti, e l’acquirente, l’azienda Vico di Ezio Colliard. Usciti dallo studio notarile, Ezio Colliard e Valerio Cappelletti si erano scambiati un assegno circolare di circa 10mila euro. A questo punto sono intervenuti i militari delle Fiamme Gialle. La Procura sospetta che quella somma fosse un anticipo per una consulenza da 300mila mila affidata dall'amministratore unico della Vico di Hône Ezio Colliard affinché Valerio Cappelletti si adoperasse anche «Nella sua qualità di pubblico ufficiale, in quanto membro esperto della Commissione edilizia del Comune di Valtournenche, per l'ottenimento del parere positivo sul rilascio del titolo a costruire» per The Stone. Secondo il giudice Giuseppe Colazingari, che ha motivato la decisione convalidare l’arresto ma di non confermare i domiciliari, però «Il quadro indiziario, seppur consistente, non risulta connotato da gravità tale da giustificare l'adozione della misura cautelare». Nell’ordinanza il magistrato spiega che «L'arresto deve essere convalidato in quanto la situazione prospettatasi, valutata unitamente al bagaglio conoscitivo della stessa rappresentato dagli esiti dell'imponente attività captativa precedentemente posta in essere, ben potevano far ritenere integrata la fattispecie criminosa ipotizzata che senz'altro giustificava l'arresto». Tuttavia, il Gip scrive che «Dalle conversazioni intercettate (tra gli indagati, ndr) emergono solo sporadici riferimenti all'approvazione del progetto The Stone e, nell'ambito di tali conversazioni, la figura del Cappelletti assume un ruolo decisamente marginale, specie se valutato in relazione alla funzione meramente consultiva della Commissione edilizia. Viene legittimamente da chiedersi quale sia la causale del pagamento che il Colliard avrebbe dovuto effettuare». Inoltre «Emerge come uno dei punti centrali delle conversazioni fosse quella della realizzazione di un complesso alberghiero nell'area denominata “camper”, operazione che potrebbe rientrare tra gli “altri lavori di rilevante importo” menzionati nel capo di imputazione d'incolpazione provvisoria. Appare verosimile che la somma da versare al Cappelletti fosse la retribuzione per le attività di quest'ultimo svolte in relazione a detta operazione, peraltro da riconoscere sotto forma di “success fee” e cioè in caso di esito positivo dell'operazione medesima. Effettivamente il Cappelletti risulta avere svolto numerose attività professionali relative all'area camper». Infine, «Circa le opache modalità con cui tale somma avrebbe dovuto essere corrisposta, gli indagati hanno candidamente ammesso che si trattava di mere ipotesi per consentire al professionista di pagare meno imposte».

«Il giudice - sottolinea l’avvocato Corrado Bellora che difende Ezio Colliard - ha convalidato l’arresto ma precisando che la Guardia di Finanza, per le informazioni che aveva, lo ha correttamente eseguito. Poi, all’esito delle argomentazioni e delle produzioni difensive, i gravi indizi non sussistono. Quindi la convalida dell’arresto sostanzialmente è perché non avevano gli elementi che noi abbiamo fornito. Tanto è vero che poi il giudice non ha dato alcuna misura, dicendo che non ci sono i gravi indizi perché è un compenso professionale». L’avvocato Filippo Vaccino, che difende Valerio Cappelletti, aggiunge: «Dopo che il mio assistito ha chiarito completamente la sua posizione, il giudice ha ritenuto che non erano da applicare misure cautelari. Abbiamo spiegato tutti i fatti, in modo puntuale, con tutta la documentazione. Il mio assistito, con l’operazione immobiliare The Stone non c’entra assolutamente nulla». Una precisazione ribadita dall’avvocato Corrado Bellora: «Quei 300.000 euro non sono una tangente, ma sono una retribuzione di un’attività professionale fatta dall’architetto, assolutamente lecita, che non ha nulla a che fare con The Stone, ma che si riferisce ad un altro albergo. The Stone non c’entra niente con questa vicenda». Dal canto suo la Procura di Aosta sta valutando di ricorrere al Tribunale del riesame contro la decisione del Gip che ha negato l'applicazione della misura cautelare.

Valerio Cappelletti
Ezio Colliard

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