“Le Otto Montagne”, gioie e dolori dopo il grande successo del film
“Le Otto Montagne”, il film tratto dall’omonimo romanzo di Paolo Cognetti vincitore del Premio Strega nel 2017 e girato quasi interamente in Val d’Ayas, ha vinto il David di Donatello 2023 come miglior film. Il riconoscimento è stato assegnato mercoledì scorso, 10 maggio, in diretta tv su Rai1 (si veda articolo a pagina 53). Grande soddisfazione, quindi, per l’Amministrazione regionale e per la Film Commission ma pure per il sindaco di Brusson, Danilo Grivon.
«Seppure Brusson non sia esplicitamente nominata nei ringraziamenti e nei titoli di coda del film - dice Danilo Grivon - anche l’Amministrazione comunale esprime la propria soddisfazione. Il film ha destato molto interesse pure a livello internazionale e da qualche tempo notiamo turisti che visitano i luoghi delle riprese. Anche alcune guide naturalistiche valdostane propongono dei tour nelle zone delle riprese: le zone di Graines con il suo castello, di Estoul e dei laghi di Frudière, quindi la parte più selvaggia, cioè quella meno antropizzata. Ed è sulle immagini che enfatizzano il nostro territorio che abbiamo cercato nel nostro piccolo di spiegare le vele verso il vento della promozione turistica».
La pubblicità derivata dal libro e dal film non accontenta però tutti e c’è chi - in una segnalazione pervenuta anche alla nostra redazione - chiamando in causa l’assenza degli enti di controllo (Regione, Amministrazione comunale, Usl, Forestale, veterinari, carabinieri e polizia locale) punta il dito «davanti a una situazione ben diversa» rispetto alle immagini della pellicola che evidenziano quel paradiso di natura e il bel paesaggio. Le zone descritte nel film destano delusione per via dei grossi cani lasciati sciolti, tanto disordine e rovine con case pericolanti, stalle con sporcizia e oggetti buttati di vario tipo, e sulle strade laterali vetture e mezzi in evidente stato di abbandono ed anche uno steccato completamente distrutto, nonché una grande letamaia lungo la strada sterrata verso i laghi Frudière.
«Capisco bene la segnalazione - risponde in merito il sindaco di Brusson - e la condivido in alcune parti. Dall’altra parte dico, però, che quanto segnalato altro non è che uno spaccato della realtà contadina del nostro territorio di montagna. Il degrado in termini di cura del territorio è un aspetto della situazione generale e come Amministrazione comunale da tempo cerchiamo di fare il nostro meglio per sensibilizzare il cittadino e il residente. Purtroppo, il mondo contadino che io conosco non sempre dimostra attenzione verso la bellezza e la cura dell’ambiente. Quindi, ahimé!, questo è un nervo scoperto. La presenza sul territorio di cani liberi, e qualche volta aggressivi, è un’altra piaga che però tocca tutta la Valle d’Aosta. Non sono assolutamente d’accordo sull’accusa della fatiscenza delle case. Siamo in un ambiente di montagna e non tutti possono permettersi di investire nella ristrutturazione dei propri fabbricati, molto spesso dei ruderi. Come Amministrazione comunale adesso abbiamo in programma la riqualificazione del centro storico di Brusson e dell’area del laghetto, mentre a Graines vorremmo creare un parcheggio nuovo inserito nell’ambiente. Per fare tutto questo serve un po’ di tempo. Speriamo che anche i turisti lo capiscano!».