Il Parco del Mont Avic si allarga Il Consiglio regionale ha votato il provvedimento all’unanimità
E’ arrivato il via libera definitivo all’allargamento del Parco naturale del Mont Avic che comprenderà così anche 1.549 ettari (1.458 di proprietà privata e 91 ettari del Comune) nell’area dell’alta val Clavalité, a Fénis. Lo ha votato all’unanimità il Consiglio Valle nella seduta di mercoledì scorso, 10 maggio. Il provvedimento era stato presentato dalla Giunta regionale mercoledì 12 aprile scorso, a conclusione di un iter avviato alla fine del 2018. Con questa modifica, l'estensione complessiva del Parco si eleva quindi a 7.293 ettari.
«Si tratta di un ampliamento adeguato per cui sono stati fatti i giusti ragionamenti non solo sull'aumento di organico e sulla spesa che comporterà per il Parco ma anche sulle giuste istanze dei territori e dei portatori di interessi del mondo agricolo, venatorio, degli enti locali. - ha dichiarato l’assessore al Territorio e Ambiente Davide Sapinet - L'interesse delle comunità limitrofe al Parco è un aspetto positivo: vuol dire che la sua “mission” viene svolta bene, che l'interazione con il territorio è buona e che il Parco è diventato un interlocutore credibile. Un soggetto che oltre ad assicurare la conservazione di un ambiente naturale di pregio può contribuire anche alla crescita economica del territorio secondo i principi di sostenibilità. Le richieste avanzate in sede di assemblea del Celva saranno sicuramente valutate: abbiamo condiviso le prospettive e le perplessità dei Comuni in particolare di quelli che non sono coinvolti da questo allargamento e che ad oggi non hanno ancora elementi sufficienti per potersi esprimere a favore di un ulteriore ampliamento. Si tratta di elementi che forniremo così da proseguire un confronto che dovrà essere rispettoso delle varie sensibilità degli enti locali, sapendo che un ulteriore allargamento dovrà essere territorialmente coerente e condiviso anche con i 2 Comuni che fin dalla sua creazione nel 1989 rappresentano il cuore, Champdepraz e Champorcher. Il territorio regionale ad oggi vede una percentuale di aree protette del 12 per cento, un dato significativo che raggiunge il 30 per cento considerando anche le aree Natura 2000. L'attuale Consiglio di amministrazione del Parco è in scadenza: appena vi sarà il rinnovo si riprenderà un percorso che vuole essere una continua evoluzione tenendo conto delle esigenze dei territori ma anche un ragionamento complessivo su tutta la regione che sappia coniugare tutti i suoi atout turistici naturalistici agricoli e paesaggistici».
«E' assurdo il fatto che ci siano voluti 5 anni - ha detto Chiara Minelli di Pcp - per arrivare alla conclusione dell'iter quando nel 2021 il progetto di ampliamento per questi terreni era pronto: l'istruttoria era stata completata e le risorse stanziate. E, invece, tutto è rimasto bloccato per due anni! Non abbiamo ben compreso le ragioni di un così lungo ritardo, possiamo però intuirle». Secondo Paolo Cretier (Fp-Pd) «il Parco ha fatto da volano a uno sviluppo del turismo escursionistico della zona per gli amanti della montagna, un turismo lento in un ambiente naturale protetto grazie al lavoro sinergico tra Parco, Amministrazioni comunali e privati che hanno investito per il miglioramento di strutture ricettive e per ottenere la certificazione di qualità di aziende e prodotti: si è così potuto dare un'ulteriore spinta ad un complesso di iniziative per creare sviluppo imprenditoriale ed economico di attività e aziende dentro e attorno al Parco».