A Pont-Saint-Martin una serata per parlare di Adriano Olivetti
Prosegue con appuntamenti di grande interesse a Pont-Saint-Martin la rassegna “Quattro chiacchiere in Biblioteca”. Dopo l’incontro di giovedì scorso, 4 maggio, con il professor Gianni Oliva, dedicato al campo di prigionieri fascisti di Coltano, venerdì prossimo, 12 maggio, alle 21 la Commissione di gestione della Biblioteca e l’Amministrazione comunale di Pont-Saint-Martin propongono al centre culturel Villa Michetti un incontro dal titolo “Adriano Olivetti - Un italiano del Novecento” con il giornalista e saggista Paolo Bricco. Inviato del Sole 24 Ore, Paolo Bricco si occupa di storia contemporanea ed economica ed è autore di libri quali “Olivetti prima e dopo Adriano”, “L’Olivetti dell’Ingegnere. 1978-1996”, “Marchionne lo straniero” e “Cassa Depositi e Prestiti. Dal 2007 al 2013 è stato membro del Consiglio direttivo dell’Archivio Storico Olivetti. Nel 2016 si è aggiudicato come saggista il Premio Biella Letteratura Industria e nel 2019, come giornalista, il Premiolino.
Adriano Olivetti è un mito dell’industria, della creatività e della cultura italiana nel mondo. È un italiano del Novecento profondamente atipico. In questo libro, frutto di un decennio di ricerche e di scrittura, Paolo Bricco ripercorre la vita di un uomo di genio e la vicenda industriale e sociale, politica e culturale dell’Italia tra la fine dell’Ottocento e il boom economico. Questa è, prima di tutto, la storia di un’utopia. Inaugurando nel 1955 la fabbrica di Pozzuoli, Adriano Olivetti presentò così gli obiettivi della sua impresa: «La nostra società crede nei valori spirituali, nei valori della scienza, crede nei valori dell’arte, crede nei valori della cultura, crede, infine, che gli ideali di giustizia non possano essere estraniati dalle contese ancora ineliminate fra capitale e lavoro. Crede soprattutto nell’uomo, nella sua fiamma divina, nella sua possibilità di elevazione e di riscatto». A questa utopia concreta - almeno in parte realizzata - concorrono condizioni di lavoro per i dipendenti tuttora senza paragoni e la ricerca attiva di una bellezza che coinvolge la meccanica e il design, l’architettura delle fabbriche e l’estetica dei negozi sparsi nel mondo. Ma questo libro non è un’agiografia e di Adriano Olivetti mostra le contraddizioni, i conflitti e le generose incompiutezze: i legami profondi e tormentati con i famigliari, le due mogli e le altre donne amate; la passione per l’organizzazione scientifica del lavoro e l’attrazione per la spiritualità, l’astrologia e la sapienza orientale; il complesso percorso dal socialismo di famiglia degli anni Venti all’adesione teorica al corporativismo e al suo concreto inserimento nella società fascista degli anni Trenta; gli avventurosi rapporti, alla caduta del regime, con i servizi segreti inglesi e americani e la perpetua tentazione del demone della politica, con il fallimento della trasformazione del Movimento di Comunità in un partito tradizionale; l’identità dell’industriale che intuisce le nuove frontiere tecnologiche (l’elettronica) e che unifica il sapere umanistico e la cultura tecnomanifatturiera, senza però riuscire a superare i limiti del capitalismo famigliare. L’ingresso è libero senza bisogno di prenotazione.