Champorcher ha dato l’ultimo saluto a Franco Savin Artigiano e cuoco sempre presente alle feste di paese
Al termine delle esequie di martedì scorso, 18 aprile, la canzone “Madonnina dai riccioli d’oro” è stata intonata dai suoi amici e piano piano si sono aggiunte le voci delle tante persone presenti: è stato il commovente omaggio che Champorcher ha tributato a Franco Savin, sulle note di quel brano che lui amava tanto e che era solito accompagnare, quando suonava qualche orchestra, con il ritmo di due cucchiai come fossero delle artigianali maracas. Franco Savin era conosciuto da tutti, in paese e non solo. Esuberante, originale, profondamente buono e generoso, una di quelle persone che fanno l’anima delle piccole comunità. Si è spento venerdì scorso all’Ospedale “Parini”, a 68 anni.
Era nato il 30 settembre 1954 e da giovane aveva lavorato per qualche anno a La Maison de Filippo, a Courmayeur, come aiuto cuoco. Un’abilità - quella ai fornelli - che ha mantenuto per tutta la vita, mettendosi sempre al servizio del paese durante le varie feste, che fosse al suo amato Lago Miserin per le processioni o alle gare di scialpinismo oppure a Chardonney, per la tradizionale festa del pane nero. Era poi stato assunto all’Anas, lavorando come capo cantoniere in tutta la Valle, e facendosi conoscere per la sua genuina spontaneità. Si era anche appassionato all’artigianato e realizzava galletti, delicate stelle alpine in legno e altre graziose composizioni. In vacanza gli piaceva andare in Trentino, di cui a volte amava indossare gli abiti tradizionali. Lascia i fratelli Mario e Raimondo e la sorella Olga.