Gianni Collomb, gigante del fiolet Esempio per i ragazzi di La Thuile
Il mondo di Gianni Collomb era La Thuile, da quando era nato il 3 luglio del 1959, figlio di Rosa Martinet e di Guido, autista del pullman della Savda che collegava il paese al resto della Valle d’Aosta. La casa di famiglia è sempre stata alla Petite Golette e da lì aveva visto quel mondo cambiare, da paese della miniera e dei grandi alpeggi a stazione sciistica sempre più affermata, da Valrutor a Funivie del Piccolo San Bernardo. Per lui, come per i suoi amici, lo sci era il divertimento insieme però al fiolet dei grandi, che ragazzi portarono nell’ambito di un gruppo di coetanei, con l’inseparabile coscritto Eros Sbalchiero, una squadra che non partecipava ad alcun campionato ma che comunque scendeva a sfidare oppure accoglieva gli altri giovani di Morgex e di La Salle. Poi è arrivato il fiolet anche per loro, in contemporanea con le prime esperienze di lavoro nei cantieri della forestale, insieme alla sfida, vinta con grande soddisfazione, di diventare maestro di sci, una professione di fatto mai esercitata. Nel fiolet sport di squadra invece la soddisfazione di un titolo regionale in serie A non arrivò, malgrado tanti anni giocati ad alto livello: fisicamente possente, molto bravo tecnicamente e capace di concentrarsi nei momenti decisivi, Gianni Collomb ottenne a livello individuale i suoi risultati più prestigiosi, vincendo per tre volte il “Baton d’Or”, la summa del fiolet valdostano, nel 1996 e nel 1997 e poi ancora nel 2011, a dimostrazione di una longevità sportiva rara.
Dipendente delle Funivie del Piccolo San Bernardo, prima agli impianti poi ai gatti delle nevi, dimostrò una tale capacità nella battitura delle piste da diventare responsabile dei gattisti e soprattutto protagonista dei servizi più impegnativi, come quelli della preparazione dei tracciati della Coppa del Mondo, sulle pendenze vertiginose, dove i mezzi vengono ancorati. Tecnico di grande esperienza, aveva concluso la propria esperienza lavorativa da pochi anni e da allora dedicava il tempo libero al palet, altra disciplina tradizionale nella quale in poco era diventato uno dei migliori, con la divisa della sezione della Valdigne, giocando praticamente in ogni fine settimana.
Sposato con Franca Martinet, di un anno più giovane, sua compagna di infanzia, era padre felice di Deborah, Gabriele e Gérard e nonno della piccola Marlène. Amava la caccia ed amava ancora di più tutto quello che gli permetteva di stare in compagnia, con gli amici di sempre e pure con dei nuovi amici, compagno di molti in decenni di avventure, dalle sciate sui campi innevati della Golette alle ore passate ad esercitarsi nel fiolet contro un tendone in garage nei lunghi inverni per non perdere mai l’allenamento e farsi trovare pronto quando giù a valle gli altri potevano già praticare all’aperto. Simpatico come pochi, con il fisico imponente, animatore di ogni incontro, felice di trascorrere il suo tempo con i compagni e con gli avversari nello sport, esempio per i ragazzi di La Thuile, modello senza volerlo ma contento di esserlo per una campagna pubblicitaria dei fucili della Browning, da poco più di un anno Gianni Collomb aveva incontrato il peggiore dei nemici e nemmeno la sua determinazione e la sua forze sono riuscite a fermarlo.
Così il giorno di Pasquetta, il lunedì dell’Angelo che per gli sport popolari è sempre un’occasione per ritrovarsi, Gianni Collomb si è spento alla Petite Golette e mercoledì scorso, 13 aprile, è stato accompagnato nella chiesa che ha segnato tutti i momenti importanti della sua vita, con negli occhi quel “baton” per lui così importante, dedicato nel 1996, tra le lacrime e dopo anni di tentativi, al papà Guido.