Il boom di affitti turistici per brevi periodi rende difficile trovare alloggi in locazione

Il boom di affitti turistici per brevi periodi rende difficile trovare alloggi in locazione
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Aosta non è una città per chi cerca un alloggio in affitto per lunghi periodi. Infatti i proprietari di seconde case, specialmente in centro, preferiscono le locazioni brevi, quelle per i turisti. Un problema particolarmente sentito dai titolari di ristoranti il cui personale, spesso proveniente da fuori Valle, non riesce a trovare un appartamento. Ciò vale anche per i collaboratori esterni di studi di professionisti e per gli studenti universitari. La conferma giunge da Leopoldo Gerbore, vice presidente di Confcommercio Valle d’Aosta nonché presidente dei ristoratori valdostani della Federazione italiana pubblici esercizi (Fipe). «Diversi titolari di ristoranti non riescono a trovare alloggi in affitto per i loro dipendenti. C’è chi, alla fine, ha destinato la sua seconda casa ad accogliere il proprio personale - riferisce Leopoldo Gerbore - La causa di questa situazione? La risposta è semplice: il boom degli affitti turistici che sono più remunerativi. Inoltre il proprietario dell’immobile evita l’ansia di non riuscire a sfrattare un eventuale inquilino moroso. Non è un problema di oggi: in passato i contratti di locazione venivano fatti a uso foresteria proprio per impedire che l’inquilino prendesse la residenza. Va detto che nella galassia degli affitti turistici esiste anche una zona d’ombra, perché oltre alle persone in regola, e che quindi pagano le tasse e segnalano chi hanno in casa alla Questura, vi sono quelle che si autopromuovono su Internet, incassano in nero e quindi sfuggono a ogni controllo. La verità è che il Web ha avuto un impatto rivoluzionario in tutti i settori economici e non sono ancora stati individuati strumenti efficaci per governare questo cambiamento».

Considerazioni condivise dalla presidente Fipe giovani di Confcommercio Valle d’Aosta Maria Elena Udali, titolare con la famiglia del Ristorante Lo Riondet a La Thuile: «Sento tantissime lamentele di colleghi che non riescono a trovare alloggi in affitto per il personale in località sciistiche. I proprietari preferiscono affittarli ai turisti. Noi stessi abbiamo dovuto destinare degli appartamenti di nostra proprietà ad alcuni dipendenti che da 12 in bassa stagione diventano 25 in alta stagione. Gli orari di un’attività nel settore della ristorazione sono lunghi e se avessimo la possibilità di ospitare più personale aumenteremmo le assunzioni. Quale potrebbe essere la soluzione? Magari attingere ai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza anche per realizzare alloggi per il personale che stagionalmente lavora in strutture del settore turistico».

Jean-Claude Mochet, segretario nazionale dell'Unione piccoli proprietari immobiliari e presidente Uppi Valle d'Aosta che nella nostra regione conta 1.500 soci, riferisce che «Un nostro iscritto ha messo un annuncio per affittare con un contratto di lungo periodo un alloggio ad Aosta con un canone attorno ai 500 euro: in un giorno ha ricevuto 18 telefonate. Insomma, il problema esiste ma non in tutti i Comuni, dato che riguarda principalmente quelli a più spiccata vocazione turistica. Per esempio a Morgex abbiamo sottoscritto con le associazioni di categoria un accordo territoriale per la locazione concertata a uso transitorio. Ne possono fruire persone che hanno un contratto di lavoro a tempo determinato. Ciò comporta alcuni vantaggi per i proprietari, come la cedolare secca al 10 per cento invece che al 21 per cento e l’abbattimento dell’Imu al 25 per cento per affitti più bassi rispetto ai canoni di mercato. Detto questo, l’affitto breve è una risposta e non una causa di questa situazione. Infatti la normativa prevede locazioni con una durata dei contratti eccessivamente lunga: 4 anni più 4. Così c’è anche chi tiene gli alloggi sfitti per timore di dover aspettare troppo tempo prima di tornarne in possesso, magari perché li vuole dare ai figli una volta terminata l’università oppure ai genitori anziani. E poi la paura più grande è la morosità. Comunque, al di là del personale delle strutture ricettive, ho visto che le difficoltà per trovare alloggi in affitto si riverberano pure sugli studenti universitari. Un altro aspetto, poi, è quello delle separazioni di cui la nostra regione detiene il record: da qui il bisogno di 2 alloggi per i coniugi che non vivono più assieme». Jean-Claude Mochet conclude: «Alla luce di tutto ciò intendo rimettere mano entro l’anno agli accordi territoriali per la locazione concertata che prevedano contratti più brevi, penso a 3 anni più 2, e l’abbattimento della cedolare secca, proprio per stimolare il ritorno sul mercato di alloggi in affitto non per uso turistico».

Il presidente dei ristoratori valdostani della Fipe Leopoldo Gerbore
La presidente Fipe giovani di Confcommercio Maria Elena Udali

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