Valanga in Val di Rhêmes uccide tre aspiranti guide In lutto il mondo dei professionisti della montagna
La Procura di Aosta ha aperto un fascicolo, affidato al pubblico ministero Giovanni Roteglia, per ricostruire cosa sia successo e accertare eventuali responsabilità per la valanga che giovedì scorso, 13 aprile, ha spezzato le vite di Sandro Dublanc, 44 anni, Lorenzo Holzknecht, 39 anni, e Elia Meta, 37 anni. I 3, allievi del corso per guide alpine, erano con l’istruttore Matteo Giglio, 49 anni, l’unico a essersi miracolosamente salvato. La massa di neve si è staccata verso le 14 in Val di Rhêmes sotto la punta Goletta, a 3.250 metri di altitudine, nei pressi del col de la Tsanteleina, quasi al confine con la Francia. L’istruttore e i 3 allievi sono stati travolti dalla slavina. Dopo la salita in quota con le pelli di foca, stavano scendendo quando il ripido pendio si è staccato sotto ai loro sci ed è crollato a valle. L'istruttore Matteo Giglio è rimasto semisepolto, ma è riuscito a “galleggiare” sulla neve e a tirarsi fuori dopo qualche decina di metri. Subito ha cercato i suoi allievi, con l'ausilio dell'Artva, l'apparecchio per la ricerca in valanga. Una volta individuati lungo la colata di neve, a poca distanza l'uno dall'altro, si è messo a scavare con la pala per estrarli. Nessuno dava segni di vita, i volti erano già cianotici. Essendo in una zona dove non c'è segnale telefonico, Matteo Giglio ha quindi deciso di scendere: ha impiegato circa un’ora, con un solo sci e un solo bastoncino, per raggiungere un punto più a valle dove il telefono ha iniziato a funzionare e ha potuto dare l'allarme, che è stato raccolto sia in Italia sia in Francia.
Da Courmayeur è decollato l'elicottero del Soccorso Alpino Valdostano con le guide e il medico del 118, oltre ai militari della Guardia di Finanza di Entrèves. Nonostante il maltempo, in pochi minuti il velivolo ha raggiunto la zona della Tsanteleina. Matteo Giglio è stato recuperato e immediatamente trasferito al Pronto soccorso dell’Ospedale regionale “Umberto Parini” di Aosta. Le sue condizioni sono buone, ha riportato alcune contusioni ed stato dimesso la sera stessa. Non ha voluto rilasciare dichiarazioni ai giornalisti.
Condotte dal Soccorso Alpino Valdostano, le ricerche delle vittime sono scattate alle 16. I tecnici e gli operatori sanitari sono stati trasportati in elicottero fino sopra il Rifugio Benevolo, a 2.300 metri di quota, e da lì hanno proseguito a piedi. A causa delle pessime condizioni meteo, non è stato possibile raggiungere il luogo della valanga né via terra né con l'elicottero. Le operazioni sono state sospese alle 19. La mattina di ieri, venerdì 14, i soccorritori hanno ripreso le ricerche e hanno individuato i corpi che sono stati recuperati. Le indagini sono affidate alle Fiamme Gialle che depositeranno una relazione sull’accaduto in Procura.
«È una tragedia folle, che nessuno si aspettava, la peggiore per le guide alpine valdostane dopo quella sul Lyskamm nel 1985 dove persero la vita in 6. - commenta il presidente dell’Unione valdostana guide alta montagna Ezio Marlier - In questo tragico momento dobbiamo essere vicini alle famiglie alle famiglie e stringerci accanto al loro dolore». Il presidente dei maestri di sci valdostani Beppe Cuc aggiunge che «Il mondo dei professionisti della montagna è in lutto per una sciagura che ha spezzato la vita a 3 allievi del corso guide apprezzati da tutti».
Chi erano le vittimeSandro Dublanc era residente a Hône. Diventato maestro di snowboard nel 2008, dal 2012 al 2019 aveva ricoperto la carica di direttore della Scuola di sci di Champorcher. Persona estremamente riservata, era però sempre disponibile e l’attuale direttrice della Scuola di sci di Champorcher Valeria Ducler, come tutti i suoi colleghi, lo ricorda con grande stima: «Non ci ha mai fatto mancare il suo aiuto ed era innamorato della montagna. Per questo motivo, sia pur a malincuore, aveva deciso di abbandonare la nostra scuola per coronare il sogno della sua vita: diventare guida alpina». Sandro Dublanc lavorava nell’azienda di famiglia a Hône, la Aspro, che si occupa di lavorazione e assemblaggio prodotti tecnici in plastica, lamiera, gomma, pelle, elementi elettrici ed elettronici. Lascia il papà Livio, originario di Issogne ed ex autista della Vita, la mamma Paola Vaser e la sorella Laura.
Lorenzo Holzknecht, valtellinese nato a Sondalo e cresciuto a Bormio, entrambi in provincia di Sondrio, è stato un atleta della nazionale italiana di scialpinismo, aveva vinto 1 oro in staffetta nel 2010, 1 argento e 2 bronzi ai mondiali. Nel suo palmarès, anche 2 ori, un argento e un bronzo agli europei.
Elia Meta, nato a Ravenna nel 1986, e cresciuto a Bertinoro, in provincia di Forlì-Cesena, si era arruolato nella Guardia di Finanza nel 2011 e dopo aver frequentato il corso di tecnico soccorso alpino era stato destinato, l’anno dopo, alla stazione di Entrèves, dove era in servizio con il grado di appuntato. Specializzatosi tecnico di elisoccorso, aveva preso parte a numerose operazioni di salvataggio in montagna. Nel 2020, ottenuta l’idoneità professionale, aveva coronato il sogno di diventare aspirante guida alpina. Abitava a Villeneuve, con la moglie Chiara Paternoster, dipendente regionale, con cui si era sposato nel 2017. Dal loro matrimonio è nato Giorgio che ha 4 anni.
Messaggi di cordoglio Il presidente della Regione Renzo Testolin ha espresso il cordoglio del Governo regionale e di tutto il Soccorso alpino valdostano per la scomparsa dei 3 allievi del corso di formazione per aspiranti guide alpine. «Siamo vicini al dolore delle famiglie - dichiara Renzo Testolin - e a tutta la comunità delle Guide alpine, rappresentata dall'Unione valdostana guide di alta montagna, e alla Guardia di Finanza, così come la nostra vicinanza, in queste ore, va a tutti i professionisti che, sin da subito, si sono attivati con impegno e dedizione nelle difficili operazioni di soccorso, impegnative anche da un punto di vista emotivo, in relazione all'esito delle ricerche che purtroppo, nonostante tutti gli sforzi profusi, non hanno consentito di salvare le 3 giovani vite». Il presidente Renzo Testolin aggiunge: «Perdiamo 3 uomini di montagna che sognavano di proseguire nel loro percorso volto a trasformare la propria passione in professione. La loro scomparsa si inserisce in una serie di tragici incidenti che quest'anno hanno funestato le Alpi e che ci sollecitano a tenere alta l'attenzione e l'impegno riguardo al tema della sicurezza in montagna su cui la Regione intende continuare a investire». Di tragedia «Che scuote l'intera Valle d'Aosta e che ci rattrista molto» parla anche presidente del Consiglio Valle Alberto Bertin. Da Roma il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha ringraziato i soccorritori, partecipando al dolore delle Guide, della Guardia di Finanza e dei familiari. La senatrice Nicoletta Spelgatti si unisce «Al cordoglio delle famiglie e della comunità intera». La montagna «Ci ha mostrato il suo lato più oscuro - dichiara il deputato Franco Manes - a noi tutti la responsabilità di tenere alta l'attenzione sulla sicurezza». Il vescovo di Aosta Franco Lovignana evidenzia che «L'unica parola che possiamo dire è la speranza che viene dalla Pasqua di Cristo, la vita al di là della morte, anche per noi».