Nell’ex Hotel Ange un polo dove si studieranno le ripercussioni economiche, sociali e turistiche dei cambiamenti climatici

Nell’ex Hotel Ange un polo dove si studieranno le ripercussioni economiche, sociali e turistiche dei cambiamenti climatici
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La ristrutturazione dell'ex Hotel Ange, con il restauro dei dipinti murari ottocenteschi del salone. Lo spazio dovrà diventare il cuore di tante attività diverse. È il progetto «Courmayeur Climate Hub», presentato nel pomeriggio di martedì scorso, 28 marzo, al Centro congressi di Courmayeur. È previsto un investimento di 2,140 milioni di euro per l'investimento complessivo, 1,585 dei quali coperti dalla linea B del Bando borghi del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, più altri 350mila euro di compartecipazione comunale. L’incontro è stato aperto e presieduto dal sindaco Roberto Rota, coadiuvato dal coordinatore e responsabile unico del progetto Alex Glarey e da Marco Riva project Manager della Fondazione Giacomo Brodolini.

«Courmayeur Climate Hub» punta a migliorare e rinnovare l’offerta turistica sostenibile e consapevole, ridefinendo la dimensione attrattiva della località e favorendo i percorsi partecipativi e di cittadinanza attiva. Nel concreto, il finanziamento ministeriale andrà a sostenere il lavoro di riqualificazione di una porzione dell’Ex Hotel Ange con il restauro degli affreschi presenti nella sala principale e proseguirà con una serie di iniziative - che graviteranno intorno agli interventi principali - tutte legate all’innovazione sostenibile. Il programma prevede nello specifico una linea di 10 azioni spalmate su un periodo di circa 3 anni, che dovranno concludersi entro il mese di giugno 2026.

I primi 2 punti del progetto - presentati dagli architetti Cristina Bardelli e Paolo Massa Bovat - riguardano dunque la riqualificazione di una parte del complesso dell’ex Hotel Ange e il recupero dei dipinti murali, mentre la terza linea d’azione sarà votata all’allestimento degli spazi ricavati. Le iniziative proseguiranno poi con una serie di proposte dedicate in particolare ai giovani, come la creazione della “Biblioteca della Montagna” - una biblioteca digitale a cura della Fondazione Courmayeur - che permetterà la fruizione da remoto di contenuti scritti e audiovisivi legati alla montagna e verrà inaugurata verosimilmente a settembre 2023. Inoltre nascerà il «Climathon Courmayeur», una giornata intensiva sul modello degli Hackathon (eventi informatici in cui ci si sfida per 24 ore nella ricerca di soluzioni innovative a diverse problematiche comuni), che nel caso di Courmayeur sarà incentrato sulla risoluzione di questioni legate alla sostenibilità ambientale. La sesta linea d’azione nascerà poi in collaborazione con il Liceo Linguistico di Courmayeur: i ragazzi parteciperanno al «Future Mountain Jobs», un format dedicato alla creazione e ideazione di nuove professioni legate alla sostenibilità nei territori di montagna, con l’ausilio dell’esperienza della Fondazione Montagna Sicura. Spazio poi al «Camp STEM» (Science, Technology, Engineering, Math), iniziativa estiva dedicato ad attività laboratoriali scientifiche e tecnologiche, sempre improntate all’innovazione ed alla sostenibilità. Proseguendo nella disamina delle attività proposte durante l’incontro di presentazione, spicca il «Residency Living Lab», un incontro su più giornate in cui gli esperti internazionali di cambiamento climatico (prevista una trentina di partecipanti per la prima edizione nell’autunno 2024), si confronteranno riguardo a temi di particolare rilevanza ambientale. Infine, Raffaella Scalisi (direttrice del CSC) ha illustrato gli ultimi 2 punti del programma d’azione, facendo riferimento in primo luogo ad un piano di comunicazione integrato - che affiancherà quello già esistente - con il sostegno di un progetto grafico e numerosi eventi culturali. In secondo luogo è stato esposto il decimo ed ultimo punto del programma di intervento, ovvero la creazione di un piano strategico che darà vita ad un documento di azioni realistiche, realizzabili e misurabili atte a coinvolgere tutti i soggetti interessati nell’adozione di pratiche per il turismo sostenibile in alta montagna.

Insomma, si tratta di un programma assai ricco e ambizioso che lo stesso Alex Glarey ha definito «una bella sfida, che ci rende orgogliosi. Fin da subito siamo stati molto felici di intraprendere questo percorso - ha aggiunto il coordinatore del progetto - sebbene non nascondiamo la nostra preoccupazione. Si tratta di una grande responsabilità». Con questo progetto triennale Courmayeur punta a dare vita a nuovi stimoli attrattivi legati al turismo sostenibile, che però non nascano dal nulla, bensì partano da ciò che già si trova sul territorio: «Non abbiamo dovuto inventarci quasi niente - ha precisato Marco Riva di Fondazione Brodolini - ma solo mettere insieme i pezzi su un territorio già molto ricco. Ci piacerebbe che questo progetto non finisse, ma prevedesse una continuità che va oltre l’esaurimento dei fondi e le date previste». In conclusione, il sindaco Roberto Rota ha invitato alla partecipazione di tutti: «Siamo aperti a qualsiasi tipo di consiglio, domanda, suggestione. Il progetto non finisce con il PNRR, vogliamo coinvolgere tutti direttamente».

Il Pnrr è una «sfida complessiva per il sistema Valle d'Aosta». Le difficoltà? «Bisogna gestire somme talvolta ingenti». Lo dice Luciano Caveri, assessore regionale al Pnrr. Luciano Caveri ha riassunto in «circa 400 milioni di euro, se saremo in grado di spenderli» il budget che arriverà dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, per circa 400 progetti. «Oltre il 90 per cento dei progetti sono sotto i 5 milioni, il 3 per cento supera i 15 milioni». Tra questi, «spiccano i circa 100 milioni per l'elettrificazione della ferrovia» Aosta-Ivrea.

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