Ezio Chenuil, memoria storica di Tour d’Héréraz Raccolse in tre volumi le vicende della parrocchia
«Ommo libro». Si è voluto definire con queste due parole Ezio Chenuil, mancato improvvisamente martedì scorso, 21 marzo, primo giorno di primavera, nella sua casa di Tour d’Héréraz. L’epigrafe che ne ha annunciato la scomparsa era stata concepita da lui stesso, scritta interamente in francoprovenzale: ne traspaiono l’orgogliosa libertà di spirito (“ommo libro”, appunto); la fiera appartenenza alla comunità di Tour d’Héréraz, dove sono stati celebrati i funerali; l’amore per la sua cultura e per il patois, spinto fino al rifiuto dell’utilizzo della lingua italiana nel rito funebre (“Selun a sua voluntà pa de fiur, pa de trecoulour e assolutamon gnente d’italion à séportüra”). La cerimonia è stata officiata in francese da don Ugo Casalegno, cantata e anticipata dal corteo con la bara coperta dalla bandiera rossonera e accompagnata dalla musica della Banda di Pont-Saint-Martin.
Nato il 3 aprile del 1951, Ezio Chenuil era stato per tanti anni vigile urbano, dopo aver superato il concorso nel mese di dicembre del 1973. Era entrato in servizio il 1° marzo del 1974 ad Aosta, quasi subito come vigile motociclista. Nel mese di maggio del 1978 era stato trasferito a Saint-Vincent, poi era tornato ad Aosta dal 1986 al 1997, fino a raggiungere il grado di vice comandante. Terminò la sua carriera a Pont-Saint-Martin, come capo della locale stazione della Polizia locale e nel 2000 andò in pensione, anticipata per problemi di salute.
Persona originale ma di compagnia, un omone con i caratteristici baffi, celava sotto la scorza ruvida una grande sensibilità. Un amore sincero per le sue radici, che lo spinse, una volta in pensione, a tuffarsi in un imponente lavoro di ricerca per tramandare per sempre la tormentata storia della sua parrocchia di Tour d’Héréraz, per la cui soppressione nel 1986 - su decreto dell’allora vescovo monsignor Ovidio Lari - ha sempre espresso profondo rammarico. Videro così la luce, tra il 2009 e il 2010, i tre volumi intitolati “Histoire de la Paroisse Saint-Joseph La Tour d’Hérères”. Per lui - figlio del popolo che amava definirsi “da sempre e per sempre parrocchiano di una parrocchia che non c'è più” - è stato il lavoro di una vita, per conservare con completezza ogni documentazione esistente.
Grande appassionato di politica, è stato a lungo presidente della sezione di Perloz dell’Union Valdôtaine, poi impegnato nelle fila dell’Union Valdôtaine Progressiste, come ricorda Laurent Viérin che lo descrive come «Un homme libre, qui aimait lutter avec passion et enthousiasme pour les idéaux dans lesquels il croyait. Une vie de militance et de batailles pour défendre les principes et les valeurs du Peuple valdôtain. Son ironie, ses remarques, souvent pointues, représentaient souvent et toujours notre conscience critique».
Fiero e battagliero, sapeva farsi sentire quando qualcosa feriva il suo senso di giustizia, come testimoniano alcune sue lettere pubblicate in passato proprio sulle pagine de La Vallée Notizie. Amava il Carnevale di Pont - aveva ricoperto il ruolo di San Martino nel 1981 - ed era un custode del territorio, che curava come parte della sua vita, da Perloz al mayen sopra Ivery, dove trascorreva l’estate. Memoria storica di Tour d’Héréraz, conosceva le vicende delle famiglie, i confini dei terreni. «Je suis le dernier Chenuil résidant sur l’Envers de la commune de Perloz. Célibataire et donc sans descendants directs. Dans ma personne cessent de vivre deux branches de Chenuil: la famille de mon père et celle de ma mère» ricordava nella prefazione del primo volume sulla storia della parrocchia. Ora - come ha voluto fosse scritto sull’epigrafe - Ezio Chenuil “l’et à truvè i seu ancêtres”. E sicuramente merita un posto tra i personaggi memorabili di Tour d’Héréraz di cui ha preservato la memoria nel terzo volume della sua ricerca. Lascia la sorella Ivana, il cognato Giuliano Perono e il nipote Gualtiero.