Cristina Machet: «Prendo per mano l’Uv e l’accompagno nel percorso. Che è a ostacoli»
«Il 18 maggio si parte. Vogliamo proporre un’assemblea con i movimenti autonomisti presenti in Valle d’Aosta per definire percorso, criteri e modalità di convergenza verso un unico soggetto politico. Autonomista. Sono ottimista: entro la fine dell’anno arriveremo all’obiettivo». Parole di Cristina Machet, presidente dell’Union Valdôtaine.
«E sarà sempre Union Valdôtaine. Certo, bisogna dare giusta dignità a chi si siede attorno a questo tavolo, lo riconosco. Ma non possiamo neppure banalizzare dicendo: se vuoi essere dell’Union prendi la tessera ed è tutto risolto» precisa Cristina Machet. Che aggiunge: «Saranno protagonisti tutti gli autori coinvolti. Però simbolo e nome dell’Union Valdôtaine sono un patrimonio della storia della Valle d’Aosta, su questo non possono esserci dubbi».
Con quali modalità tutto ciò dovrà avvenire, è ancora da definire: «Lo stiamo studiando. La prima preoccupazione, ripeto, è non banalizzare il percorso che il 18 maggio avrà la sua partenza ufficiale».
La prima tappa di questo cammino è stata condivisa, anzi è nata con Alliance Valdôtaine. Ci sono già stati degli incontri con gli altri possibili partner: con Pays d’Aoste Souverain (presenti Michel Perret e Christian Sarteur per gli indipendentisti) e con i promotori di «Orgueil Valdôtain» (al tavolo Laurent Viérin, Osvaldo Chabod, Marco Sucquet e Silvana Cerise), il manifesto diffuso un paio di mesi fa con il quale si sollecita la ricomposizione dell’area autonomista.
Torniamo alle 21 di venerdì 24 febbraio scorso, quando Renzo Testolin in Consiglio Valle viene affondato: 17 voti, non bastano a battezzare il governo. «Non me l’aspettavo. - risponde Cristina Machet - Ero tranquilla, è stata una brutta sorpresa alla quale non so dare una lettura, perché è proprio lì la nefandezza dei franchi tiratori, non c’è mai certezza». Iniziato il percorso verso la nuova Union, quella «vecchia» come esce da questo periodo, tra lettere e polemiche? «Guardiamo avanti e confidiamo in un futuro più tranquillo. E ci dedichiamo alla politica. Tra fine aprile e maggio incontreremo le sezioni». E nella nuova Union che ruolo avrà Cristina Machet? «E’ logico che se si rifà un percorso anche i dirigenti cambino, ma è prematuro parlarne. Ora mi interessa prendere per mano l’Union e accompagnarla nel cammino. Che comunque è a ostacoli. Nella base c’è ancora qualche dubbio da parte di chi non è proprio contento di riaccogliere in casa chi era uscito sbattendo la porta».