Addio alla raffinata intelligenza di Claudio Pes del Bar Augustus
Claudio Pes era una persona speciale, l’amico che avremmo voluto avere, simpatico, brillante, colto. Sempre pronto ad ascoltare e ad imparare, in grado di trasmettere l’amore per le sue tante passioni, il piacere di circondarsi di cose belle e di condividerle con gli amici e con il compagno Carlo Reboulaz, che aveva conosciuto nel 1981 a Milano dove lui, maestro, gestiva una scuola materna privata. Sardo dell’isola de La Maddalena era però nato a Taranto il 18 settembre del 1955, dove il padre Antonio, ufficiale della marina militare era in servizio. Con entrambi i genitori originari appunto de La Maddalena, per Claudio Pes quello era il luogo del cuore e lì trascorreva i suoi momenti di vacanza, anche dopo essersi trasferito ad Aosta nel 1988 con Carlo, che nel frattempo aveva lasciato il lavoro negli uffici amministrativi della Cogne.
Insieme infatti nel 1989 rilevarono il Bar Augustus al piano terreno del cosidetto “Palazzo delle fontine” in piazza dell’Arco d’Augusto, aperto nel 1961 da Gianni Castiglion e Maria Luisa Bionaz, che con la nuova gestione divenne un frequentato ristorante nella pausa pranzo. Dalla sola attività di bar, la grande passione di Claudio Pes per il cibo e la cucina, fino ad allora applaudita dagli amici nelle occasioni conviviali, venne messa alla prova delle clientela: prima alcuni piatti freddi, poi progressivamente le sue sperimentazioni, poche proposte ma tutte ottime, con ingredienti sempre di alta qualità. In breve all’Augustus fu difficile trovare posto senza prenotare e così fu sino alla ristrutturazione dello stabile, nel 2010. Ma Claudio e Carlo, con l’altro socio Cristian Cornetto, si spostarono di pochi metri: dopo ventidue anni al Bar Augustus, crearono Le Bistrot sulla piazzetta del Ponte di pietra. Fu un nuovo successo, con l’introduzione pure del servizio serale, in aggiunta a quello di pranzo e al bar, con un menu più ampio, ma sempre caratterizzato da un’impronta molto personale nella scelta delle proposte. Così andò avanti per altri otto anni, raccogliendo le soddisfazioni di sempre, con tanti affezionati clienti ed i complimenti di coloro che, spesso per caso, entravano nel locale arredato con particolare gusto.
Difatti Claudio Pes avrebbe potuto essere un arredatore, spinto dalla sua maniacale attenzione al particolare, agli accostamenti di colori e di stili. Ogni domenica lui e Carlo frequentavano qualche mercatino e sempre tornavano a casa con degli oggetti e soprattutto con la consapevolezza di avere imparato qualcosa di nuovo. La memoria prodigiosa di Claudio faceva il resto, amante della storia e delle storie, attento a tutto quanto aveva un’anima, era un piacere discorrere con lui, capace come era di passare con competenza da un argomento all’altro, sempre divertente e coinvolgente.
Oltre alla casa a La Maddalena, l’appartamento in via De Sales e poi il rifugio a Turlin di Aymavilles, dove dalla chiusura de Le Bistrot trascorrevano l’estate, con le abituali puntate nel bello, alla ricerca dei pezzi giusti, tra raccoglitori ed antiquari, dai bicchieri antichi, ai tappeti, alle icone russe, ai bastoni da passeggio, entrambi collezionisti, uniti da questa passione.
Quando a Claudio Pes la vista è calata a causa di una cataratta si è messo in lista per essere operato, un intervento di routine, ma gli esami del sangue hanno rivelato un problema per lui sconosciuto, la leucemia. Era mercoledì 4 gennaio e Claudio non si è perso d’animo, ha affrontato con determinazione il futuro, aveva grandi speranze, ricoverato alle Molinette a Torino con la solita positività è andato avanti ma il fisico ha ceduto, troppo rapidamente. Claudio Pes si è spento sabato scorso e martedì scorso, 7 marzo, nella Cattedrale, a pochi metri da casa, tutti hanno ricordato il sorriso sincero ed aperto, i modi garbati, il piacere di incontrarlo e di ascoltarlo, l’amore per il bello che era diventato la sua vita.