Sostegno, l'UniVdA non attiva i corsi Protestano i sindacati della scuola

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L'Università della Valle d'Aosta ha scelto: non attiverà i corsi di specializzazione per gli insegnanti di sostegno, nei vari ordini di istruzione. I sindacati di categoria sono molto critici sulla scelta, sopratuttto perché il fabbisogno stimato è «numericamente considerevole». Servono 20 insegnanti nella scuola elementare, 35 alle medie e 20 alle superiori. Secondo Simona D'Agostino dell'Flc Cgil, Alessia Démé della Cisl Scuola, Luigi Bolici del Savt École e Alessandro Celi dello Snals Confsal, «alla base della scelta ci sarebbe la previsione - non si comprende quanto attendibile dal punto di vista scientifico - che un numero ristretto di aspiranti superi le prove selettive di accesso e il fatto che l'Università della Valle d'Aosta non disponga di nessun professore che possa assumere la funzione di direttore dei corsi».

I sindacati della scuola di Cgil, Cisl, Savt e Snals «ritengono estremamente grave questa situazione» per diversi motivi. L'UniVdA «finanziata dall'amministrazione pubblica regionale dovrebbe essere un ente al servizio della comunità e la valutazione dei “rischi d'impresa”, per quanto importante, non dovrebbe essere svolta con i criteri che utilizzerebbe un'azienda».

Il secondo motivo, per le quattro sigle, è che «l'attivazione di questo ulteriore ciclo di specializzazione per le attività di sostegno è stata annunciata con larghissimo anticipo di tempo da parte ministeriale» e per questo l'assenza di un direttore «poteva essere tempestivamente affrontata e comunque potrebbe ancora essere risolta con apposite convenzioni».

Inoltre, la previsione delle iscrizioni «oltre a essere aleatoria», non terrebbe conto «di alcune fondamentali novità apportate dal decreto 36 del 2022, che amplia la platea dei possibili aspiranti includendovi senza selezione in ingresso, entro i limiti di una riserva numerica, anche ai docenti precari e di ruolo che abbiano svolto tre anni di sostegno negli ultimi cinque nelle scuole pubbliche o paritarie».

Infine, per Cgil, Cisl, Savt e Snasl «non si è tenuto conto delle potenziali immatricolazioni derivanti dall'iscrizione in soprannumero di aspiranti che hanno superato le prove selettive per più ordini nei precedenti cicli di Tfa né di coloro che hanno sospeso il percorso per motivi previsti dalla normativa». A queste preoccupazioni, si aggiungono «il fatto che l'eventuale convenzione con l'Università di Torino prevede una riserva di posti esattamente pari alla metà del fabbisogno regionale della Valle d'Aosta, il che non garantisce il diritto degli alunni disabili ad aver il supporto didattico specializzato, non soddisfa le legittime aspettative occupazionali del personale docente precario e impone a coloro che potranno accedere ai corsi di sostenere ingenti spese di trasferta ed enormi difficoltà organizzative, pregiudicando di conseguenza anche il diritto allo studio».

In conclusione, i 4 sindacati della scuola auspicano «che l'Assessorato regionale preposto, avendo competenze dirette contemporaneamente sull'Istruzione e sull'Università, intervenga con urgenza per risolvere la questione».

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