Tunnel del Monte Bianco, incontro in Regione chiesto dagli albergatori: «E’ una questione che riguarda tutti»
Continua il dibattitto tra gli operatori economici e turistici della Valdigne sulla questione della prossima chiusura del Tunnel del Monte Bianco. Dopo lo stop di 2 mesi nello scorso autunno, si pensa già a quest’anno quando - dal 5 settembre al 16 dicembre - è in programma una nuova chiusura per poter eseguire una tranche di lavori indifferibili che - tanto per iniziare - saranno proposti anche nell’autunno del 2024. La prospettiva di cui si parla in queste settimane è la chiusura del traforo di 3 mesi all’anno (sempre in autunno) per i prossimi 18 anni. L’alternativa sarebbe una chiusura «secca» di 3 anni per eseguire tutti gli interventi di messa in sicurezza in una volta sola.
«Dopo esserci confrontati tra di noi albergatori, abbiamo già chiesto un incontro al Presidente della Giunta regionale, nel suo ruolo di Prefetto, per avviare al più presto un tavolo di confronto coinvolgendo anche la prefettura francese. - dichiara Luigi Fosson, alla guida dell’Adava l’associazione che raduna gli albergatori e gli operatori della ricettività turistica - E’ un problema questo che non riguarda solo il nostro settore, è evidente, ma tutto il comparto economico della Valle d’Aosta: attività commerciali, piccole aziende, artigiani della valle centrale e delle vallate laterali, non esclusivamente della Valdigne, per i quotidiani scambi commerciali con la Francia».
Sul piatto per il momento rimangono le 2 ipotesi: una chiusura completa per 3 anni consecutivi (quella caldeggiata dal rappresentante degli albergatori di Courmayeur in un incontro «a porte chiuse» con il gestore del tunne un paio di settimane fa) e quello che è già stato definito uno «stillicidio» di 18 anni, con la chiusura solo dei 3 mesi autunnali, linea preferita dai commercianti e da chi ha rapporti di lavoro quotidiani con la Francia. Contestualmente torna l’ipotesi della realizzazione della seconda canna, del raddoppio del traforo, di cui si parla da anni.
«Secondo uno studio di Confindustria potrebbero bastare 5 anni di lavori e solo 2 anni e mezzo per poterlo usare in caso di emergenza. - aggiunge Luigi Fosson - L’essenziale, a mio giudizio, è poter garantire uno scorrimento agevole del traffico ed evitare code e mezzi fermi, per non andare ad intasare l’autostrada che significherebbe di conseguenza, andare ad appesantire il traffico sulla statale».
Insomma, le questioni da affrontare sono tante. Secondo il presidente Adava, quello che la Valle d’Aosta deve assolutamente evitare è di rimanere imbottigliata tra la chiusura del Tunnel del Monte Bianco, e quella eventuale verso il Piemonte, a causa dei lavori per la frana di Quincinetto.
In ogni caso, saranno determinanti gli interventi che verranno eseguiti al traforo nel prossimo autunno che riguarderanno un tratto di circa 400 metri: lavori nel corso dei quali si capirà di che entità sono i problemi che riguardano la volta della galleria.
«Sicuramente il traforo per noi operatori è di fondamentale importanza non solo per il passaggio dei turisti, ma anche per lo scambio delle merci - aggiunge Nicoletta Chatel titolare dell’Albergo Valdigne di Morgex e referente Adava per il comprensorio - La maggior parte degli albergatori della zona è per una chiusura unica piuttosto che in un periodo dell’anno per i prossimi 18 anni. In sostanza, se i lavori devono essere realizzati, meglio provvedere subito. Siamo favorevoli anche alla realizzazione della seconda canna. In tal caso, in occasione di interventi di manutenzione, si potrebbe sfruttare il nuovo tunnel per evitare una chiusura completa e il blocco del traffico verso la Francia».