Pierino Brocard, una vita per la musica La corale di Gressan piange il suo maestro

Pierino Brocard, una vita per la musica La corale di Gressan piange il suo maestro
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Pierino Brocard aveva un carattere spigoloso, che si addolciva nelle melodie, per lui la musica era il benessere dell’animo, il ricordo delle giornate felici, di quando cantava sempre, nella vigna, nei campi. E malgrado quelle sue mani ammaccate dalle pietre e dal cemento, lui era capace di farle correre veloci sulla tastiera dell’harmonium, facendo uscire dalla cassa di legno le melodie che hanno accompagnato generazioni di gressaen nei momenti più felici come in quelli più tristi della comunità. Una comunità che gli voleva molto bene e che malgrado quel modo di fare rude, gli riconosceva sempre e comunque un attaccamento alle tradizioni, alla gente del suo paese veramente fortissimo, sempre caratterizzato da valori per lui imprescindibili, come la fede, l’importanza dell’appartenenza, la generosità di donare tempo e capacità ad una causa comune, per il benessere collettivo.

Questo era Pierino Brocard, che la sua Gressan ha salutato per l’ultima volta nel pomeriggio di ieri, venerdì 17. Si è spento martedì all’età di 89 anni. Era stato il fondatore della Chorale Louis Cunéaz et Frustapot de Gressan nel 1958 - insieme a suo fratello Italo, Aimé Berthet, Anselmo Cunéaz e Augusto Curtaz. Del complesso era stato maestro per 50 anni, fino al 2008. Un percorso straordinario, ricordato il 17 novembre del 2018, quando per l’ultima volta diresse con grandissima emozione la sua corale salendo sul palco della sala della Bcc di Gressan in occasione dei festeggiamenti per il sessantennale del gruppo.

Pietro Brocard era nato a Gressan il 28 maggio 1933, secondo dei 6 figli di Saturnino, operaio della Cogne, e di Serafina Borney. Prima di lui c’era Emilia, diventata suor Miriam, e dopo nacquero Italo, Elda, Aldo e Luciana, recentemente mancata. Mamma Serafina ebbe il suo da fare ad accudire figli e marito, a badare alla stalla e alla campagna e i figli ben presto le furono di supporto nelle tante faccende. Pietro fin da piccolo aiutava a pulire la stalla e a portare il latte in latteria e appena gli fu possibile, intorno ai 9 anni, gli venne messa la falce in mano per tagliare l’erba. Frequentò le scuole elementari a Gressan fino alla sesta. Partecipò fin da piccolo alle “veillà”, cantando con i fratelli e le sorelle, in un apprezzato coro familiare, nelle lunghe serate invernali. D’estate il lavoro nei campi non mancava e a 11 anni, come tanti suoi coetanei, trascorse un’estate lavorando come «cit» all’alpeggio Plan de L’Eyve di Gressan. A 12 anni, vista la sua passione, iniziò a studiare canto gregoriano con lo zio materno Stefano Borney, che a sua volta aveva imparato dall’organista di Gressan Louis Cunéaz. A 14 anni cominciò a lavorare come muratore con un’impresa di Gressan, mestiere che continuò a praticare per tutta la vita, mettendosi in proprio dopo una decina di anni di apprendistato. Nello stesso periodo entrò a far parte della cantoria di Gressan - dove rimase cantore per 75 anni - e 2 anni dopo fu accolto nella banda musicale di Gressan, appena costituita e diretta dal maestro Andrea Pezzoli, dove suonava la tromba. Dopo la tromba si appassionò all’organo e cominciò a studiarlo, dapprima con il maestro Giuseppe Becco, poi con il parroco di Pollein don Edoardo Junod e infine con don Luigi Gal, organista della Cattedrale.

Nel 1956, dopo 18 mesi di naia, tornò a casa e fu nominato organista della chiesa di Gressan. Riprese il lavoro da impresario edile e l’anno successivo sposò Savina Cunéaz. Fino al 1958 si dedicò principalmente alla musica sacra sia come organista, sia come tenore nella cantoria, formata esclusivamente da voci maschili. Nel 1958 in occasione del pranzo offerto da don Pietro Darensod alla cantoria la domenica di carnevale, venne invitato l’assessore regionale alla Cultura Amato Berthet. Sentendo le belle voci dei giovani, li incoraggiò a fondare una corale. Così nacque la “Corale di Gressan” dedicata a Louis Cunéaz, l’organista di Gressan, venuto a mancare l’anno prima.

Pochi anni dopo Pierino Brocard iniziò l’attività di compositore. Nel 1960 scrisse parole e musica di «La voix de Gressan», quindi la musica di «Verde campagne» e «Melodie d’amour», entrambe su parole di Raymond Vautherin. Compose quindi «La madonna du Gèant» su parole di Venance Bernin e nel 2016 «L’iviou» su parole di Leda Quendoz, tutte premiate alle rassegne regionali.

Due anni dopo la nascita, alla Corale si associò il gruppo di suonatori di frustapot, l’armonica a bocca, coordinati da Albert Diémoz di Aosta, invitato a formare il gruppo di Gressan da Vittorio «Rino» Guerraz. L’accompagnamento dello strumento ampliò il repertorio. Nel 1968, avvicinatasi alla musica polifonica, la Corale di Gressan partecipò alla rassegna internazionale di Cappelle Musicali a Loreto.

Nel 1989 la Corale per un naturale abbandono di cantori e il subentro di voci femminili, si trasformò in coro misto continuando l’attività con rinnovate forze. Dallo stesso anno Pierino Brocard si recava in pellegrinaggio a Lourdes, dove strinse amicizia con l’organista locale, Jean Paul Lécot, grande compositore oltre che esecutore.

Non solo di canto però ha vissuto Pietro Brocard. Accanto ha portato avanti con uguale impegno pure il lavoro nell’edilizia con la sua Edil Brocard adesso passata ai figli Remo, nato nel 1958, già campione italiano di fondo, e Marco, classe 1964, allenatore della nazionale italiana. Pure il fondo è una grandissima passione di famiglia visto che non solo i figli sono maestri di sci ma le nipoti Sara ed Elisa sono state ottime atlete, con quest’ultima addirittura protagonista alle Olimpiadi.

Pierino Brocard in una foto recente e, a destra, mentre riceve il premio dal maestro don Luigi Gal alla 23esima edizione delle Floralies nel 1973

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