Nel santuario di Maria Immacolata celebrata la XXXI Giornata mondiale del Malato

Nel santuario di Maria Immacolata celebrata la XXXI Giornata mondiale del Malato
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Sabato scorso, 11 febbraio, è ricorso il 165esimo anniversario della prima apparizione della Madonna a Bernadette a Lourdes, e domenica scorsa, 12 febbraio, nel santuario di Maria Immacolata ad Aosta sì è celebrata la XXXI Giornata mondiale del Malato, dal titolo «Abbi cura di lui».

Alle 14.30 la recita del rosario ha preceduto la celebrazione della Messa che monsignor Franco Lovignana ha presieduto e concelebrato con alcuni sacerdoti. Paola Burgay all’organo, Nella Sergi e l’assemblea hanno animato i canti.

«Celebrare questa giornata vuol dire anche riconoscere nella fede la grandezza e la dignità di ogni persona, di ognuno di noi che siamo qui, di tutti i nostri fratelli e sorelle, grandezza e dignità che non vengono meno per le circostanze che possono condizionare l’esistenza: povertà, ricchezza, solitudine, compagnia, salute, malattia. Le circostanze sono piuttosto il campo nel quale libertà e responsabilità agiscono. Ma il Siracide, come abbiamo sentito nella prima lettura, aggiunge un dettaglio che dettaglio non è ma una cosa molto importante. ”Se vuoi osservare i suoi comandamenti essi ti custodiranno”. La parola di Dio ci rivela che la nostra libertà ha che fare con la fede, e il motivo di per sé è facilmente comprensibile. La fede non si aggiunge dall’esterno alla nostra vita, quasi forzando la nostra libertà. La fede ci mette in relazione con il Creatore, con Dio, con colui che ci ha creati, con colui che è la sorgente della nostra libertà. Dunque, la fede ci apre alla conoscenza della nostra realtà più vera, della nostra identità più profonda. In fondo, essere in relazione con il Creatore è come essere in relazione con i propri genitori, che non sempre è la migliore. A volte pacifica, costruttiva, ma altre volte conflittuale, negativa. Eppure, non è possibile crescere, non è possibile realizzare la propria vita se non si fanno i conti con i propri genitori. E’una relazione che va messa in ordine nella verità, nell’accettazione. Ecco perché la fede è così importante nella vita di una persona in qualsiasi situazione si trovi. La parola di Dio ci ricorda che la libera responsabilità umana non si esercita come scelta tra tante cose tutte uguali che hanno lo stesso peso. Quando desideriamo la felicità non la desideriamo per qualche minuto, ma per sempre. Quando pensiamo la vita la pensiamo sempre in grande, come se non dovesse mai finire. Sappiamo che finisce la vita sulla Terra, ma il desiderio del cuore è un’altra cosa, perché il desiderio della vita aspira per sempre all’eternità, al paradiso».

Così ha detto il Vescovo di Aosta nell’omelia. E dopo il Credo i fedeli hanno pregato per Papa Francesco, il Collegio Episcopale, la Chiesa, le famiglie, i malati, i sofferenti, le persone sole, gli operatori pastorali della salute. La celebrazione eucaristica si è conclusa con il canto «È l’ora che pia» che unisce i devoti di Nostra Signora di Lourdes. E all’uscita della chiesa è stata distribuita ai fedeli l’immaginetta con la preghiera della XXXI Giornata Mondiale del Malato e in seguito nei locali della parrocchia si è svolto un momento conviviale, finalmente ripreso dopo 2 anni di disastro pandemico.

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