«Il sistema giudiziario è in crisi: troppe sentenze sbagliate e tempi eccessivamente lunghi per i processi»
Processi che vedono gli imputati condannati in primo grado poi assolti definitivamente e con la formula più ampia in Cassazione. Procedimenti che durano troppo a lungo e così i reati vanno in prescrizione. Procure e Tribunali afflitti da una carenza cronica di personale tanto da rischiare la paralisi. Ma la macchina della giustizia in Italia funziona ancora o no?
Francesca Filippini: «La giustizia italiana è comunque efficace anche se i tempi dei processi sono lunghi e prima di giungere a una sentenza definitiva possono passare anni».
Giovanni Brumana: «La macchina della giustizia in Italia va a rilento ma comunque funziona abbastanza bene. Però a volte si verificano errori giudiziari clamorosi che provocano sofferenza a chi subisce un’ingiusta detenzione. Di sicuro nessun risarcimento riuscirà mai a compensare il danno morale e di immagine a chi ha vissuto una simile esperienza».
Giovanni Testa: «Direi che in Italia il sistema giudiziario è piuttosto efficiente, soprattutto se comparato a quello di altri Paesi europei. Occorre, tuttavia, snellire i procedimenti perché c’è troppa burocrazia che tende a dilatare i tempi e a far slittare la conclusione dei processi oltre limiti ragionevoli. Inoltre, a volte, le indagini sono risultate superficiali e hanno coinvolto persone estranee ai reati contestati. In questi casi anche il risarcimento non potrà mai compensare il danno patito».
Michele Argiulo: «In Italia il sistema giudiziario non funziona, con indagini sbagliate e persone che finiscono nei guai senza avere fatto nulla di male. Si moltiplicano i casi di ingiusta detenzione. Insomma, la giustizia italiana è una frana. C’è solo da augurarsi di non trovarsi mai al momento sbagliato nel posto sbagliato, altrimenti si rischia grosso pur essendo innocenti».
Antonio Politanò: «In Italia la giustizia non è efficiente: indagini approssimative, affrettate, che hanno rovinato la vita e la reputazione a gente che non c’entrava nulla. Le scuse e i risarcimenti per ingiusta detenzione valgono poco, soprattutto per quelle persone che in carcere da innocenti ci hanno lasciato la salute».
Michela Cannatà: «In Italia il sistema giudiziario è approssimativo, vista la lunga serie di clamorosi errori giudiziari. Molte persone che non hanno fatto nulla di male sono state prima condannate e solo successivamente assolte, dopo essere stati sbattute sulle prime pagine dei giornali come dei criminali».