Luciano Bosonin, per tutti “Tubo” L’idraulico che sorrideva alla vita

Luciano Bosonin, per tutti “Tubo” L’idraulico che sorrideva alla vita
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Una vita dedicata alla famiglia e al lavoro, ma pure alle risate, ai viaggi e agli amici. Luciano Bosonin era una persona che sapeva godere delle gioie dell’esistenza e che tutti ricordano con piacere, come un uomo buono e allegro. Si è spento lunedì 30 gennaio scorso, all’età di 84 anni. Il suo commiato - con la cerimonia funebre celebrata mercoledì 1° febbraio - lo aveva voluto privato e intimo, senza clamore, con la comunicazione solo a funerali avvenuti, ma la notizia si è diffusa in fretta tra le tantissime persone che lo hanno conosciuto e stimato e per cui lui era semplicemente “Tubo”.

Era nato il 1° luglio del 1938 a Donnas, figlio di papà Egidio e di mamma Iside D’Hérin. Completò gli studi di avviamento industriale e con la famiglia si trasferì poi a Plan Félinaz di Charvensod, più vicino alla Cogne, dove lavorava il papà; la mamma - di professione commerciante - aprì invece proprio a Plan Félinaz un emporio. Luciano imparò sul campo il mestiere di idraulico, lavorando per l’impresa Luchini di Aosta, poi fu impiegato nel settore della sicurezza dell’Olivetti per diversi anni. Nel 1968 decise di aprire la ditta di lavori idraulici con il fratello Dino, che rimase attiva una decina di anni. Poi i due fratelli proseguirono l’attività ognuno per conto proprio. In società con Luciano entrò così nel 1978 il figlio Fulvio, nato dall’unione con Giuseppina Cottino, con cui Luciano si era sposato nel 1959. La società “Bosonin Luciano e Fulvio” divenne un punto di riferimento nel campo degli impianti idrotermosanitari, lavorando sia per commesse pubbliche che private, molte anche di notevole importanza: ha realizzato gli impianti per alberghi come il Miage a Charvensod e il Comtes de Challant a Fénis, per rifugi alpini come il Magià a Nus e il Barma a Fontainemore ma pure per l’Ospedale regionaòe, per l’Institut Agricole e in moltissimi altri cantieri. Luciano Bosonin amava il suo lavoro, lo faceva con passione. Sapeva però anche ritagliarsi momenti per sé e per i suoi amici: pur essendo tifoso interista, seguiva le trasferte della Juventus per viaggiare e conoscere posti nuovi in compagnia. Appassionato della belote, era gioviale e spiritoso, facile alla battuta e allo scherzo. Interessato alla politica, storico e convinto sostenitore dell’Union Valdôtaine, amava viaggiare e ha girato il mondo.

Lascia la moglie Giuseppina Cottino, i figli Fulvio e Massimo - con le rispettive mogli Viviana Berthod e Ombretta Ruffini - e i nipoti Joël, Claudia e Samuele.

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