Ermanno Dal Molin, forestale d’altri tempi che diventò amico di Papa Wojtyla
«Chanousia ha perso un grande amico, Ermanno Dal Molin, tesoriere dell'Associazione, ma anche e soprattutto l'angelo custode del giardino botanico alpino. Ermanno ha dedicato anima e corpo a Chanousia, anche durante la malattia. Era la memoria storica del giardino: aveva sempre un aneddoto pronto da raccontare a chi lo incontrava e aveva una gran voglia di condividere le sue conoscenze con i giovani. Ermanno era innamorato di Chanousia, della sua storia, della sua energia, dei suoi fiori e dell'aria che si respira lassù al Colle del Piccolo San Bernardo».
Parole che si leggono nella pagina facebook de La Société de la flore valdôtaine e che toccano l’anima di chi ha conosciuto Ermanno Dal Molin, classe 1950 (avrebbe compiuto 73 anni il prossimo 27 marzo), ex comandante della stazione forestale di Pré-Saint-Didier, mancato nella notte di venerdì 3 febbraio scorso all’Ospedale Beauregard di Aosta dove era ricoverato da qualche giorno. I suoi funerali si sono svolti lunedì scorso, 6 febbraio, a Pré-Saint-Didier dove per tantissimi anni Ermanno Dal Molin ha prestato servizio nel Corpo forestale valdostano.
Molta gente ha voluto salutarlo stringendosi con affetto ai figli Michele e Mariano. C’erano gli amici di sempre e molti forestali, tra i quali l’attuale comandante della stazione di Pré- Saint-Didier Maurizio Zardo. Ai funerali anche molti ex colleghi in pensione di Ermanno Dal Molin e tante persone che con lui hanno condiviso anni di lavoro e iniziative non solo per la Fondazione Chanousia, anche nell’ambito della Société de la Flore Valdôtaine (fondata da Efisio Noussan, scomparso nel 2001) di cui Dal Molin era presidente dal 2012.
Alla Forestale di Pré- Saint-Didier fu Maurizio Zardo a prendere il comando lasciato nel 2008 dal Ermanno Dal Molin andato in pensione con i gradi di maresciallo maggiore.
Ermanno Dal Molin era nato a Bassano del Grappa, in provincia di Vicenza. Arriva bambino in Valle d’Aosta dopo un periodo di vita trascorso in Liguria, nei boschi del colle di Cadibona, nel savonese per via del lavoro del padre, Evelino, un agente forestale dello Stato. Ermanno Dal Molin è stato un vero forestale, come veri forestali sono stati coloro che hanno vissuto gli anni in cui la burocrazia era meno asfissiante. Non c’era pietra, sentiero, ruscello o torrente dell’intera Valdigne che non conoscesse. Le montagne erano la sua passione, come lo erano i boschi, i fiori e gli animali.
«Ermanno Dal Molin è stato per me un maestro, un forestale d’altri tempi. - parole piene di commozione quelle di Maurizio Zardo - Da lui ho imparato a “leggere” il territorio. Ha sempre rappresentato un esempio da seguire. Era un uomo fermo, deciso, molto professionale, sempre pronto al dialogo con le persone che incontrava. Il suo amore per la libertà, per la terra e per il suo lavoro continueranno a rappresentare un punto fondamentale anche della mia vita».
Ermanno Dal Molin entrò a fare parte del Corpo forestale valdostano nel 1971, tre anni dopo la sua istituzione. Nel 1972 fu assunto con la qualifica di agente nella stazione forestale di Villeneuve, allora comandata da Battista Floris. In seguito, superato il concorso da brigadiere, fu destinato alla stazione forestale di Aymavilles, dove rimase circa 6 anni. Il 2 agosto 1979, dopo avere vinto il concorso per diventare maresciallo comandante di stazione, prende servizio a Pré-Saint-Didier dove resterà fino al 2008. Dal Molin fu anche uno dei primi forestali valdostani a conseguire il titolo di «osservatore di valanghe», ottenuto al termine di un corso frequentato al Passo del Tonale.
I suoi sono stati 30 anni di lavoro impegnativi, ricordava sempre il maresciallo Dal Molin «nel bene e nel male, affrontati giorno dopo giorno, sempre attivo sul territorio, con la neve, il gelo, il caldo, il freddo, quando ancora per le montagne andavi a piedi perché non c’era il Pandino 4x4».
L’amore per la natura e per le montagne valdostane hanno legato Ermanno Dal Molin all’indimenticabile Papa Wojtyla, arrivato in Valle d’Aosta per la prima volta nel 1986 e poi frequentatore di Les Combes a Introd per diverse estati. Con il Papa polacco, Ermanno Dal Molin aveva instaurato un rapporto particolare di amicizia e grande rispetto. E diceva sempre che, per essere stato così vicino a Papa Wojtyla sapeva che un pezzo di lui sarebbe appartenuto per sempre alla storia vaticana. La cosa lo rendeva felice, tanto da fargli ripetere spesso di essere «orgoglioso per me e per i miei nipoti che potranno sempre raccontare del loro nonno che un tempo accompagnò il Papa in montagna».