Parco del Gran Paradiso, scaduto il commissariamento vi è ancora incertezza sulla successione di Italo Cerise

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Non si sblocca la situazione per dare un vertice al Parco del Gran Paradiso. Il mandato del commissario Italo Cerise - presidente uscente - è scaduto domenica scorsa, 29 gennaio. Stante questa situazione quindi Italo Cerise non può fare altro che attendere il rinnovo del commissariamento per tornare a guidare l’ente, ad oggi quindi senza un legale rappresentante. Tutto ciò mentre procedono, a livello politico, sull’asse Piemonte-Valle d’Aosta le trattative per individuare il suo successore. Il Presidente è nominato con decreto del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (ora Gilberto Pichetto Fratin), previa intesa con i Presidenti della Regione Piemonte e della Regione autonoma Valle d’Aosta. Ai due Presidenti di Regione, il Ministro dovrà proporre una terna di nomi. Che, ufficialmente, ancora non esiste. Consuetudine vorrebbe che dopo la presidenza Cerise, e cioè dopo una presidenza valdostana, il timone dell’area protetta passi al Piemonte. Dove però c’è aria di tempesta, anche a causa di perturbazioni in arrivo dalla Valle d’Aosta.

A farne le spese potrebbe essere l’ex senatore e sindaco di Chivasso Andrea Fluttero, già senatore della Repubblica di Forza Italia e presidente dal 2008 al 2013 della Commissione Ambiente - in quota azzurra appunto - fino a poche settimane fa dato per certo come successore di Italo Cerise alla guida del Parco.

Da qualche giorno, infatti, negli ambienti di Forza Italia circola con insistenza il nome di Emily Rini, coordinatrice regionale di Forza Italia per la Valle d’Aosta. E’ il nome su cui convergerebbe anche il presidente del Piemonte Alberto Cirio, scatenando però le ire della Lega che avrebbe voluto o il vice sindaco di Ceresole Reale Mauro Durbano, vice sindaco di Ceresole Reale, o l’ex senatore Cesare Pianasso.

Il problema, però, è legato alla lunga mancata alternanza alla guida del parco: Italo Cerise lo ha guidato per 10 anni, e Emily Rini aggiungerebbe un altro quinquennio a trazione valdostana.

Difficilmente si potrà superare lo stallo senza causare fratture o all’interno di Forza Italia (tra Torino, Aosta e Arcore) o tra le anime della maggioranza di centro destra in Piemonte. A complicare il percorso, poi, il caos politico che sta caratterizzando i vertici amministrativi della Valle d’Aosta dopo le dimissioni di Erik Lavevaz.

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