Il futuro del Col de Joux sarà un bike park Presentato lo studio da 1,2 milioni di euro

Il futuro del Col de Joux sarà un bike park Presentato lo studio da 1,2 milioni di euro
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La rinascita del Col de Joux passerà attraverso un grosso investimento nel mondo delle 2 ruote, con la realizzazione di un bike park destinato ad appassionati della bicicletta, grandi e piccoli, un turismo composto da famiglie che al Colle potranno trascorrere le loro vacanze in mezzo alla natura. Non ha dubbi l’Amministrazione comunale guidata da Francesco Favre che martedì scorso, 24 gennaio, al Centro Congressi ha presentato, con gli esperti della società Dolomeet alla quale è stato commissionato lo studio, il progetto che dovrebbe dare nuovo slancio a Saint-Vincent nei prossimi anni. Dalle discese sulle piste innevate, passando per il Fiabosco, si arriva ora al downhill, per cercare di salvare una stazione sciistica e ridare vita a tutta la località turistica. Soddisfatto il sindaco Francesco Favre per la grande partecipazione e l’interesse dimostrato durante l’incontro. «Abbiamo messo in salvo il Col de Joux, grazie alla revisione della seggiovia, per i prossimi 20 anni. - dichiara il Sindaco - Durante la serata ho finalmente riscontrato un clima proposito che a mio avviso è fondamentale». Ora i prossimi passi, come sottolinea Francesco Favre, saranno il completamento della revisione della seggiovia che avverrà in primavera, i collaudi, e poi l’avvio della procedura per la nuova concessione, che sarà a lungo termine, «per dare un margine temporale abbastanza ampio a chi verrà». Insomma, per la prossima estate sicuramente non se ne parla ancora. «A chi diceva che non c’era nulla da fare per il Col de Joux, rispondo che si è perso troppo tempo, e ora bisogna correre» aggiunge Francesco Favre.

Lo studio della società Dolomeet è stato illustrato dall’amministratore delegato Alessio Migazzi e dal bike specialist Sergio Battistini. Secondo gli esperti, la località del Colle è particolarmente adatta al target famiglia e ai neofiti della mountain bike. Il nuovo parco sarà composto da 3 aree (tapis roulant, ski-lift e seggiovia) con diversi percorsi, una pista di rientro che raggiunge il centro di Saint-Vincent e un trail center, cioè un insieme di servizi e strutture dove i biker potranno trovare noleggio bici e assistenza. Rispetto alla distanza tra il centro di Saint-Vincent e il Colle, per “portare i biker in paese”, Dolomeet suggerisce la messa a punto di un sentiero di rientro a valle «per il quale in parte si possono utilizzare sentieri già esistenti da ripristinare e in parte invece è necessario realizzare nuovi tratti».

I costi di realizzazione si aggirano intorno a 1 milione 200mila euro, mentre quelli di gestione, che comprendono i costi dell’energia per il funzionamento della seggiovia e del tapis roulant, sarebbero di circa 79.600 euro.

Perplessità sono emerse dai 2 gruppi di minoranza. Secondo Erik Camos sarebbero diversi i lati deboli del progetto. «La clientela storica del Col de Joux è composta da persone che amano la tranquillità, non più giovanissime, che a mio parere non collimano molto con il target pensato dall’Amministrazione (famiglie con bambini) che tra l’altro ha anche una minore capacità di spesa. - sottolinea Erik Camos - Inoltre nel redigere il progetto non si è pensato a diversi altri aspetti collaterali. La pista di rientro in paese che dovrebbe nascere in parte su sentieri esistenti male si armonizzerebbe con le esigenze degli agricoltori e con la manutenzione delle aree verdi. Sarebbe stata meglio una soluzione completamente diversa come quella del bob su rotaia come quelle di Tarvisio o del Mottarone».

E’ c’è chi al posto delle biciclette, al Col de Joux vedrebbe meglio “le bubble room”, una sorta di camere in una gigantesca bolla trasparente in pvc, oppure le case sugli alberi: è il parere della consigliera di opposizione Carmen Jacquemet che ritiene sia meglio puntare su un turismo di nicchia, molto in voga al momento tra i giovani. Un’esperienza nella natura dove ogni giorno si cambia casa, passando dall’igloo al rascard, dalla tenda indiana Tepee alla casa di vetro o alla palafitta galleggiante sul laghetto.

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