Caritas, le cifre del disagio non calano Le novità della raccolta degli abiti
Sono 588 le persone che nel corso del 2022 e in maniera continua hanno fatto riferimento alla mensa della Tavola Amica di via Abbé Gorret ad Aosta per un totale di oltre 21.000 pasti, 107 - nella maggior parte uomini - hanno invece usufruito dei 2 dormitori di via Stevenin e via Gran San Bernardo, e circa 120mila euro sono gli aiuti economici distribuiti per far fronte a bollette, spese mediche, farmaci e affitti. Numeri, conferma il direttore della Caritas diocesana Andrea Gatto, «Che rispecchiano l'andamento degli anni precedenti ma che sicuramente hanno evidenziato nuove criticità vista la situazione degli ultimi anni».
Chi sono e da dove provengono queste persone bisognose di aiuto? Su 588, 181 sono italiani, 22 dell'Unione Europea, 71 extraeuropei, 70 provenienti dal Nord Africa, 88 dal Centro e Sud Africa, 3 dal Nord America, 26 dal Centro e Sud America e 125 dall'Asia. Per loro un pranzo caldo dunque e per 365 giorni all'anno, che può essere consumato sia in sede o per asporto, mentre la cena, per chi pernotta, viene servita nei 2 dormitori. Ma quali sono le necessità più impellenti quando qualcuno si presenta alla Caritas di piazza San Francesco? «E' difficile rispondere poiché ognuno ha diverse problematiche da risolvere - continua Andrea Gatto - quindi non per tutti è uguale anche se quasi sempre, all'inizio, è una richiesta di aiuto economico oppure di un posto dove dormire».
Richieste, specialmente quando si parla di un letto, a volte difficili da esaudire poiché magari la disponibilità non permette nuovi ingressi, alla luce del fatto che dalla pandemia in poi «diversamente da come facevamo in passato, non si possono mettere troppe persone nella stessa stanza».
Come si affronta questa battaglia quotidiana? «Tutto è possibile grazie all'impegno dei nostri 90 volontari sui quali possiamo contare e che per 365 giorni all'anno ci garantiscono la copertura dei servizi, - riferisce Andrea Gatto - alcuni con frequenza continua altri meno a causa dei loro impegni, comunque tutti sempre disponibili e motivati. Oltre a loro, non bisogna dimenticare poi le donazioni che ci arrivano dai supermarket e dai panifici, quest'ultimi con pane, pizze, focacce e croissant, alimenti che ci consentono di mettere in tavola un primo e un secondo buoni e abbondanti».
«Chi si avvicina alla Caritas - evidenzia ancora Andrea Gatto - spesso ha pure tanta voglia di essere ascoltato, di instaurare una relazione, di condivisione e di sapere che c'è una porta aperta, per non sentirsi completamente solo e abbandonato».
Vi sono anche altre iniziative grazie alle quali la Caritas trova sostegno, e una di queste è la raccolta di abiti usati nei cassonetti - lo scorso anno ben 2.930 quintali -, raccolta che però da un anno è stata abbandonata e rimpiazzata dal progetto «Sanmartino, un progetto, una bottega, una rete solidale». Gli abiti ancora riutilizzabili vengono raccolti direttamente nella Bottega del Riuso in località Tzamberlet ad Aosta, nelle parrocchie e negli oratori della Valle d'Aosta dato che con il vecchio sistema «Pochissimi erano gli indumenti riciclabili, molti gli stracci e molte le spese, quindi abbiamo optato per meno indumenti ma più di qualità». Aosta è una città solidale? «Diciamo che c'è una buona solidarietà che naturalmente va sempre sollecitata. Nelle emergenze, come nel caso dell'arrivo dei profughi dall'Ucraina, logico che ci si attivi molto di più. - conclude il direttore Caritas Andrea Gatto - L'importante però è impegnarsi anche quotidianamente di fronte ad un fenomeno di malessere generale che purtroppo non ha più connotati emergenziali».