Agrivoltaico, grandi numeri per l’accordo con Bonifiche Ferraresi
Un patto per fare dell'Emilia-Romagna la regione capofila dell'agrivoltaico e far convivere due mondi finora contrapposti: quello del mondo agricolo e quello degli impianti fotovoltaici. Per questo Bonifiche Ferraresi e CVA hanno siglato un accordo per realizzare e gestire impianti per produrre energia da fonti rinnovabili in armonia con i terreni coltivati, posizionando i pannelli ad un'altezza da terra sufficiente per consentire la crescita dei terreni, evitando così di sottrarre spazio alle colture. I contenuti dell'accordo sono stati illustrati mercoledì scorso, 25 gennaio, nella sede di Coldiretti Bologna, alla presenza del presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e dell'assessore regionale all'Agricoltura Alessio Mammi. Le prime aree che verranno interessante dal progetto saranno quelle di Bonifiche Ferraresi, come ad esempio il polo di Jolanda di Savoia, per poi aprirsi a sviluppi regionali e nazionali attraverso la rete del Consorzio agrari d'Italia (Cai). La partnership nasce in seguito alla recente entrata di CVA nell'azionariato di Bonifiche Ferraresi.
«Fino ad oggi il mondo agricolo e il mondo dell'impiantistica energetica sono stati talvolta divisi da una visione, forse anche un po' per assenza di dialogo - ha spiegato Giuseppe Argirò, amministratore delegato della CVA - quello che sta partendo è un progetto che testimonia invece che non solo questo dialogo è stato avviato, ma è addirittura diventato una partnership strutturale industriale».
L'obiettivo delle 2 società è avviare un percorso che rappresenterà un vero e proprio progetto pilota nazionale in tema di agrivoltaico, per contribuire al processo di transizione energetica italiano per il quale è stato fissato lo sviluppo di 10 gigawatt di energia fotovoltaica entro il 2030.
«Il fatto che sia il primo in Italia ancora una volta dà un primato alla nostra regione che spero apra una strada anche in altre parti, ovviamente non solo dell'Emilia-Romagna ma del Paese. - ha sottolineato il presidente Stefano Bonaccini - Noi abbiamo bisogno da un lato di difendere la produzione agricola, in una regione che è prima in Europa per numero di Igp-Dop, ben 44, che valgono più di 3 miliardi di euro su un totale di 7 miliardi nazionale, quindi quasi la metà nella sola Emilia Romagna come volume economico, dall'altro dobbiamo garantirci che la spinta verso tutto ciò che è rinnovabile e quindi transizione ecologica avvenga nel più breve tempo possibile».