“Dis-moi ton secret”: un viaggio iniziatico alla scoperta di cinque guaritori in Svizzera

“Dis-moi ton secret”: un viaggio iniziatico alla scoperta di cinque guaritori in Svizzera
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Venerdì prossimo, 20 gennaio, alle 20.30 si terrà al Teatro Giacosa, in via Xavier De Maistre ad Aosta, la proiezione del film documentario “Dis-moi ton secret - Voyage initiatique à la rencontre des guérisseurs”; l’ingresso è libero. L’evento è organizzato dall’associazione L’Agrou con il patrocinio e la collaborazione dell’Amministrazione comunale di Aosta. Al termine della proiezione si terrà un dibattito con l’autrice e regista Leïla Thévoz e con Fabienne Dayer, Françoise Clerc e Davide Mancini.

Il film “Dis-moi ton secret”, terminato durante lo scorso anno, è stato prodotto dalla “Luna Films” con il sostegno dei Comuni svizzeri di Plateau de Diesse, Nods e La Neuville. La sua prima si è tenuta il 3 giugno 2022 al cinema di quest’ultima cittadina - considerata tra le più belle di origini medievali della Confederazione Elvetica - nel Cantone di Berna. Questo lungometraggio, che ha richiesto tre anni per il suo completamento, ha voluto essere, negli intenti e nei desideri della sua realizzatrice - giornalista alla redazione di TeleBielingue e originaria del Comune svizzero di Plateau de Diesse -, un viaggio-inchiesta sui guaritori della Svizzera romanda, sui “secrets” di cui fanno sapiente uso e sul loro mondo ancora avvolto nel mistero. La giovane cineasta trentaduenne Leïla Thévoz ha incontrato e fatto conoscenza con una trentina di questi guaritori, che interagiscono con metodologie simili a quelli valdostani e di altre valli montane, e di questi ne ha selezionati cinque quali protagonisti del suo docu-film: Paulette de Nods, le “magicien” Dario, le anime gemelle Fabienne e Françoise ed infine Florence, che è anche medico ospedaliero.

Nelle scene sono stati filmati gli interventi dei guaritori con diverse persone afflitte da varie problematiche e si possono osservare le loro personali modalità di agire, le particolari gestualità, il “savoir-faire”, l’attento ascolto a quanto viene loro riferito. Nell’ambito delle interviste realizzate con questi detentori di saperi ancestrali, che si tramandano da una generazione ad un’altra, emergono le origini degli stessi e le loro credenze, si parla dell’effetto placebo, della spiritualità, delle energie impiegate e delle emozioni che si provano.

«Personalmente è stato molto importante riuscire a portare a termine questo mio primo film sull’universo dei “guérisseurs”, che ha sempre rappresentato ai miei occhi una dimensione affascinante a partire dalla mia infanzia, soprattutto a seguito della misteriosa guarigione della mia sorellina quando io avevo appena 5 o 6 anni. - racconta Leïla Thévoz - Le era stato diagnosticato un tumore alla gola e i medici avevano scelto di operarla senza peraltro avere capito esattamente di cosa si trattasse. I miei genitori decisero di rifiutare tale intervento e dall’ospedale dove era ricoverata la riportarono a casa nostra. Poco tempo dopo un anziano amico di famiglia, che in precedenza era stato seriamente malato e successivamente era riuscito a guarirsi da sé, venne a trovarci e senza dire nulla alla mia piccola sorella pose le mani sulla sua gola. L’indomani quel tumore era scomparso, come se non fosse mai esistito in precedenza. Mi ricordo che lei, con la sua spontaneità infantile, riassunse il tutto esclamando: “E’ stato quel vecchio signore a prendermelo via!”. Quella guarigione miracolosa rimase impressa indelebilmente in me lasciandomi per sempre affascinata dalle figure dei guaritori, al punto tale da suscitare in me da adulta il sogno di realizzare un film su di loro. Che è quello che ho poi prodotto e che propongo anche ai valdostani il prossimo venerdì».

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