Giovanna Cuaz Bonis, la preside che amava la scuola e la cultura
Persona riservata ma sempre disponibile, una intellettuale di talento che ha dedicato la vita alla cultura e alla sua diffusione e fruizione, nonché autentico pilastro della scuola valdostana. Giovanna Cuaz era nata il 2 febbraio 1924 da Emeric Cuaz e Clementine Perret che prima di trasferirsi ad Aosta abitavano a Cogne, lui minatore e lei maestra elementare. Dopo il diploma alle magistrali, durante la seconda guerra mondiale frequentò l’Università di Torino dove si laureò in Lettere. Quindi insegnò Italiano, Latino, Storia e Geografia prima alla XXV Aprile in piazza San Francesco, poi alle Magistrali e quindi al Liceo Classico. Preside dal 1965 al 1970 del “Manzetti”, che riuniva geometri e ragionieri, divenne in seguito coordinatrice del Biennio unitario sperimentale di Aosta dal 1970 al 1976, poi responsabile della Commissione istituita dalla Giunta regionale per un progetto di quinquennio sperimentale per la scuola secondaria superiore. Con Aldo Visalberghi fu tra i fondatori del Movimento di Cooperazione Educativa (MCE), nato il 4 novembre 1951, costituito da insegnanti, pedagogisti e operatori della formazione. Il Movimento di Cooperazione Educativa si è sempre impegnato negli anni nel rinnovamento della didattica e si è battuto per l'affermazione di una pedagogia popolare e la costruzione di una scuola sempre più pubblica, laica, democratica. Agli inizi degli anni Sessanta Giovanna Cuaz era stata pure fra i primi a scrivere manuali didattici per la collana «Ricerca» dell’editore Loescher di Torino.
Già promotrice della Fondazione Federico Chabod nel 1999, è ricordata dall'Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea in Valle d'Aosta per la sua decennale e fruttuosa attività come membro del Direttivo e del Comitato scientifico. Per l'Istituto storico ha collaborato al Quaderno di ricerca e documentazione ed è stata curatrice, con Paolo Momigliano Levi, dei 2 tomi su “Giornali in Valle d'Aosta” (1998).
Numerosi sono i suoi contributi per opere come “Aosta. Progetto per una storia della città” (1987), per Einaudi “Storie d'Italia. Le regioni dall'Unità a oggi. La Valle d'Aosta” (1995) e “Il Comune di Aosta. Figure, istituzioni, eventi in sei secoli di storia” (2004). È autrice della prefazione del libro di Ida Désandré, a cura di Maria Pia Simonetti, “Vita da donne” (1992). Vedova dal 1994 del maestro elementare Virginio Bonis, Giovanna Cuaz non aveva avuto figli ma era profondo il suo legame con il nipote Marco Cuaz - storico e docente universitario, figlio del fratello Albino, classe 1922, mancato nel 2017 - per il quale ha seguito la pubblicazione del testo “Alle frontiere dello Stato” del 1988. In molti, inoltre, chiedevano il suo aiuto per scrivere i loro libri, dava ripetizioni ed era richiesta nelle scuole per tenere conferenze. In particolare era esperta, grazie ai suoi approfonditi studi e alle sue meticolose ricerche, nella ricostruzione della vita quotidiana ad Aosta nell’Ottocento nonché dei giornali di quell’epoca. Una particolarità di Giovanna Cuaz era l’amore che nutriva per i gatti benché non ne possedesse. Infatti li sfamava, ogni sera puntuale in via Antica Zecca a poca distanza dal caratteristico Condominio Costance in via Guido Rey, dove ha abitato sin dagli anni Sessanta. Giovanna Cuaz è mancata domenica scorsa, 8 gennaio, a causa dell’aggravarsi di problemi respiratori. Era nella clinica di Saint-Pierre, trasferita dopo un ricovero all’Ospedale Beauregard. I funerali sono stati celebrati martedì 10 nella chiesa di Sant’Orso dove erano presenti tanti ricercatori, studiosi e colleghi per i quali è stata un prezioso esempio per le sue rare doti umane e professionali.