«L'esempio di sacerdozio che ho trovato a Challand mi ha condotto a proseguire il cammino in diocesi»

«L'esempio di sacerdozio che ho trovato a Challand mi ha condotto a proseguire il cammino in diocesi»
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Una progressiva chiarezza, una storia vocazionale, ha portato l’attuale nostro seminarista Simone Garavaglia, 29 anni, di origini lombarde, di Cuggiono in provincia di Milano, a camminare verso il sacerdozio nella diocesi di Aosta.

E’ infatti l’unico seminarista, per ora, del Seminario di Aosta e si è presentato in una lettera aperta, pubblicata sul sito della Diocesi di Aosta, in occasione della «Giornata del Seminario», celebrata domenica 11 dicembre.

Tutto inizia a Challand

«Da più di vent'anni abbiamo una casa a Challand-Saint-Anselme, dove venivo con mia mamma Loredana Cislaghi e mio papà Gianmaria. - racconta il seminarista Simone Garavaglia - Sin dai primi tempi si è instaurata una relazione particolare con queste zone che, penso di poter dire, abbia poi condotto alla scelta di continuare il percorso di formazione sacerdotale proprio nella diocesi di Aosta e non in altre realtà. Venire in Valle d’Aosta non era solo una "vacanza", un termine - a mio avviso - troppo turistico, ossia proprio di colui che viene a visitare un luogo per poi spostarsi altrove. La mia esperienza è piuttosto quella dell’osservatore e, per certi versi, dello "straniero" che, con rispetto, scopre delle, e apprende dalle, ricchezze che ancora offrono comunità come molte in Valle d’Aosta. Sono termini - direi - più evangelici e che mi sento di condividere con grande naturalezza e trasparenza». «Per i cristiani il caso non esiste - continua - e ciò che spesso attribuiamo al destino o alle coincidenza è più spesso frutto della Provvidenza, che discretamente agisce».

I «segni dei tempi»

Simone Garavaglia desidera leggere la sua vicenda vocazionale anche su questa linea. «Su questo punto mi sento di invitare soprattutto i giovani a porre particolare attenzione sul come si leggono i "segni dei tempi", anche nella propria vita, non solo in generale. Penso che oggi, il rischio di una visione fatalista sia molto elevato e in questa prospettiva, posto che l'agire di Dio è storico, quindi concreto, diventa molto difficile, se non impossibile, scorgere la sua presenza viva e incessante nella vita di ciascuno. Al di fuori di questa veduta, del resto, la vocazione specifica di ognuno diverrebbe pressoché inspiegabile. Imparare a leggere ogni avvenimento non in modo “provvidenzialista”, attribuendo cioè tutto a Dio, indistintamente, del resto anche l’uomo è libero di agire…ma “divinamente”, cioè con gli occhi di Dio, in Cristo Gesù, in un quotidiano affidamento».

Anche giornalista

Una laurea in Giurisprudenza, l’iscrizione all’Ordine dei giornalisti della Lombardia e la collaborazione con testate locali non gli bastano: si sposta a Bologna per il triennio di studi filosofici, già nell’ambito di un percorso di discernimento vocazionale, e intanto approfondisce le sue intenzioni.

«Ora sto frequentando il primo dei tre anni di teologia. - continua Simone Garavaglia - Al momento ho già ricevuto l’accolitato, seguirà l'ammissione agli ordini sacri, il diaconato e il sacerdozio, a Dio piacendo, nel corso di questo triennio di studi teologici».

Alla fine, diventerà sacerdote diocesano in Valle d’Aosta. Tiene molto a sottolineare un aspetto della vita del sacerdote che lo ha sempre attratto profondamente. «Trovo che proprio oggi occorra riscoprire la centralità e il primato della dimensione contemplativa soprattutto nel sacerdozio diocesano. L'esempio di sacerdozio che ho trovato in parrocchia a Challand- Saint-Anselme ritengo sia stato tra gli aspetti, centrali, che mi hanno condotto a decidere di proseguire il cammino formativo in diocesi. Più in generale, nella realtà diocesana di Aosta, vi sono vari aspetti che ho letto e continuo a vedere come punti di forza, tra cui le comunità presenti così come le potenzialità spirituali e pastorali che esse mi pare portino con sé e, al contempo, la presenza di realtà parrocchiali piccole e familiari. Piccole comunità, con un clima familiare e animate dalla santità propositiva di un pastore, costruttrici di realtà semplicemente fraterne, col dono grande di vivere in un ambiente naturale che innalza, come di riflesso, al Creatore, trovo che siano un punto di forza enorme nella Chiesa d'oggi. Credo inoltre che realtà di questo tipo ancora aiutino a preservarci - anche se poi ciascuno fa la sua parte - dal dramma dell’attivismo e dal rischio di un cristianesimo tutto interiore, rendendo piuttosto l’agire il frutto del contemplare».

Pendolo tra Dio e il popolo

Tra i desideri del futuro sacerdote c’è sicuramente quello di «Essere pendolo tra Dio e il Suo popolo, qui, in Valle d’Aosta» perché, spiega, «È una vita spesa in un'oscillazione continua tra Dio e il suo popolo, portando a Dio le anime e scorgendo Dio, e il suo agire discreto, nel Suo gregge. È quindi - potrei dire - una costante esperienza contemplativa. Volendo sintetizzare ancora di più: tutto ciò è lo spirito delle Beatitudini. Essere segno tangibile di tutto questo in mezzo al popolo di Dio, nella storia di ogni persona che si incontra, in ogni relazione, con sé stessi e con il prossimo, vivificata dalla presenza di Dio, trovo che sia stato ed è determinante nella mia storia vocazionale».

Un’ultima parola è rivolta ai giovani: «Di cuore e in spirito di sincera fraternità, vi invito a non lasciare cadere nel dimenticatoio i piccoli e i grandi segni che il Signore compie nelle vostre vite. Non credete che facendo ciò che volete, facendo a meno di Dio, arriverete da qualche parte… forse qualche successo, sì, ma effimero… Invece, che bello se ogni passo avesse già il profumo del Paradiso, ogni azione fosse sempre orientata al cielo, nostra patria. La vita avrebbe un sapore diverso… Senza difficoltà? Certo che no, ma nella consapevolezza di essere di Cristo, amati sopra ogni cosa. Interrogatevi sulle vostre vite, chiedete al Signore che si compia solo la sua volontà e, con l’aiuto di una guida spirituale, seguitela se scoprite che lì il Signore vi sta parlando, senza timore. Avrete cento volte tanto, già qui, oggi. Seguire Cristo, ciascuno nella sua vocazione, è straordinario, nonostante tutto. Io, con immenso affetto, vi ricordo tutti e ciascuno nelle mie semplici preghiere e vi affido all’intercessione di Maria Santissima».

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