Manifesti “no vax”, l’ira dell’Ordine dei Medici: “Allarme ingiustificato”

Manifesti “no vax”, l’ira dell’Ordine dei Medici: “Allarme ingiustificato”
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«La vaccinazione è una pratica non esenta da rischi: pensaci prima di vaccinare tuo figlio». E ancora «Hai fatto tre dosi ti sei ammalato, hai contagiato. Sicuro di non essere stato ingannato?». Sono alcune delle scritte che compaiono da qualche giorno su dei manifesti pubblicitari di Aosta che riportano il logo del Comitato valdostano per la tutela dei diritti costituzionali. Contro la campagna di comunicazione si è scagliato giovedì scorso, 22 dicembre, l’Ordine dei Medici chirurghi e odontoiatri della Valle d’Aosta. 

«Tali manifesti - scrive in una nota il presidente dell’Ordine Roberto Rosset - inducono timori, sollevano dubbi alimentano un clima di diffidenza che non aiutano la salute pubblica e il diritto costituzionale alla stessa. Il diritto di espressione non deve a nostro avviso compromettere l'attività del sistema sanitario e, soprattutto, non deve procurare allarme ingiustificato nella popolazione». «La corte costituzionale si è recentemente pronunciata sulla legittimità dell'obbligo vaccinale dando completa ragione alle evidenze scientifiche sugli stessi. - prosegue Roberto Rosset - Più dell'86 per cento della popolazione e ben il 99,2 per cento dei medici si è vaccinato e grazie a questo stiamo iniziando a controllare la pandemia evitando gli effetti acuti più gravi e quelli non meno gravi che rimangono a lungo termine (long-covid). Non è finita in quanto nel solo periodo ottobre-novembre 2022 sono stati notificati quasi 2 milioni di casi, contro i 300mila degli stessi mesi del 2021. Ciò vuol dire che la diffusione del virus oggi, con la variante Omicron BA.5, è almeno 10 volte superiore a quella dello stesso periodo dello scorso anno e l’unica arma che abbiamo oltre alle mascherine e al distanziamento rimane la vaccinazione come lo è stata per il vaiolo, che causava 2 milioni di morti nel 1969 e che è scomparso dal 1979, come pure per la poliomielite scomparsa dal 1982 quando solo nel 1958 erano stati notificati in Italia oltre 8 mila casi».

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