«Divieto di costruire impianti di risalita e piste di sci»
Il vallone delle Cime Bianche si trova in una Zona di protezione speciale-Zps della rete Natura 2000, sulla quale «ci sono stringenti disposizioni normative dettate dalle direttive europee e confermate dalla normativa italiana e valdostana». È previsto il «divieto assoluto di costruire impianti di risalita e piste di sci nelle Zps, salvo che l'impianto o la pista non fossero esplicitamente previsti da strumenti di pianificazione territoriale approvati prima dell'emanazione dello stesso decreto ministeriale, cosa che non si è verificata nel caso del vallone delle Cime Bianche». Lo ha ricordato mercoledì scorso, 21 dicembre, l'avvocata Paola Brambilla Pievani, specializzata in diritto amministrativo, dal 2019 componente della commissione tecnica di verifica dell'impatto ambientale del ministero dell'Ambiente. Brambilla Pievani è stata sentita nella riunione delle commissioni terza e quarta sulla petizione popolare «Salviamo il vallone delle Cime Bianche», depositata in Consiglio Valle il 28 ottobre e accompagnata da 2.335 firme.
Le parole dell'avvocata sono riassunte in una nota dalle consigliere Erika Guichardaz e Chiara Minelli del Progetto Civico Progressista. Essendo il vallone «in buona parte ricompreso in una Zps, non si possono costruire impianti di risalita e piste di sci. Su questo l'avvocata è stata categorica. Si tratta di una disposizione chiara e cogente che ha già trovato varie applicazioni, ad esempio sul monte Terminillo, la giunta regionale del Lazio aveva deliberato l'ampliamento di un comprensorio sciistico già esistente, ma ha dovuto fare marcia indietro perché è intervenuto il ministero per la Transizione ecologica che ha bocciato l'intervento, trattandosi di opera da realizzare in Zps e prevista dagli strumenti urbanistici successivamente al decreto ministeriale del 2007».
Le commissioni Assetto del territorio e Sviluppo economico, riunite in seduta congiunta nella mattina di lunedì scorso, 19 dicembre, avevano già sentito l'archeologo Mauro Cortellazzo, Vanda Bonardo presidente di Cipra Italia e, in videoconferenza, Paola Brambilla avvocata specializzata in Diritto amministrativo, il presidente generale del Club alpino italiano Antonio Montani, e Marco Onida già segretario generale della Convenzione delle Alpi. «Abbiamo programmato un'ultima audizione per il 9 gennaio 2023 - riferiscono i presidenti Albert Chatrian (Alliance Valdôtaine-Vallée d'Aoste Unie) e Giulio Grosjacques (Union Valdôtaine) - quando sentiremo il responsabile dell'Avvocatura regionale. A conclusione di questo ampio ciclo di audizioni avremo tutti gli elementi necessari per predisporre una relazione che intendiamo portare all'attenzione del Consiglio entro l'ultima adunanza di gennaio».
Nelle scorse settimane, le commissioni avevano sentito il Presidente della Regione e l'assessore allo Sviluppo economico, una delegazione di firmatari, i sindaci di Ayas e Valtournenche, i vertici delle società Cervino e Monterosa, il comitato Cervino Monterosa Paradise, in videoconferenza Giorgio Vittorio Dal Piaz già presidente della Società geologica italiana, e Rodolfo Soncini Sessa docente di analisi e gestione dei sistemi ambientali al Politecnico di Milano.