«La madama di secret», Aymavilles ha salutato Rita Angela Abram

«La madama di secret», Aymavilles ha salutato Rita Angela Abram
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Era «La madama di secret», quelle formule e preghiere tramandate nei secoli che possono donare la guarigione. Un dono concesso a pochi. Tra questi vi era Rita Angela Abram: aveva novantadue anni, è mancata sabato scorso, 17 dicembre e i funerali si sono svolti nella mattinata di martedì 20 dicembre, nella chiesa parrocchiale Cristo Re di Aymavilles.

Rita Angela Abram (foto) era nata a Pondel il 16 gennaio 1930, in una di quelle case che si affacciano sul ponte-acquedotto romano. Raccontava spesso di quei luoghi, di quando era bambina e andava a scuola lì, perché fino in terza elementare c’era ancora la scuola nel villaggio. Poi dalla terza elementare in avanti doveva scendere ad Aymavilles a piedi e quando nevicava si partiva quando ancora era buio. Dopo la scuola, il pranzo era da una famiglia di conoscenti a Aymavilles, e il rientro a Pondel quando ormai era sera.

Nei racconti di Rita Angela Abram spesso c’era anche la guerra. Doveva scappare di notte a rifugiarsi lontano da casa, nei prati e nei boschi, portando viveri, coperte e la paura dell’arrivo dei fascisti. La memoria le riconsegnava anche le storie degli zii andati in America in cerca di fortuna, racconti che accompagnava mostrando ai figli fotografie e lettere.

E perché «La madama di secret»? E’ una storia che inizia quando un’anziana conoscente le lascia delle preghiere custodite in fogli di giornale. Quelle formule destano l’attenzione di Rita Angela Abram, che approfondisce l’argomento e comincia ad usarle. Inizia il «passaparola» e la gente la cerca, le chiede aiuto, si rivolge a lei per guarire. Rita Angela Abram si metteva in un angolino con la testa bassa e iniziava a pregare sottovoce: faceva passare il dolore, toglieva i vermi. Su un quadernetto venivano segnati il nome e il cognome di chi chiamava per cercare conforto e il male da togliere. «La madama di secret» amava fare del bene ad altre persone, altruista e di buon cuore.

In estate coltivava la vigna, curava l’orto e le piante. Le piaceva «fare l’uncinetto».

Da una ventina di anni conviveva con una malattia autoimmune che ha saputo affrontare con grande forza. Nonostante tutto si spostava con il deambulatore, brillante e lucida, non perdeva il suo the a merenda e il suo goccetto di vino a pranzo.

Rita Angela Abram lascia i due figli, Sandra e Fedele con Viviana Blanchet, che con tutti i nipoti in questi anni le sono sempre stati vicini e le hanno fatto sentire tutto il loro amore.

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