Aosta medievale: rinvenuto il secondo edificio del complesso della Cattedrale

Aosta medievale: rinvenuto il secondo edificio del complesso della Cattedrale
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Nell’alto medioevo il complesso religioso della Cattedrale di Aosta era costituito da almeno due grandi edifici posti a poca distanza uno dall’altro. Se il primo si trovava sotto l’attuale duomo, il secondo è stato rinvenuto nei giorni scorsi, durante i lavori all’inizio di via Monseigneur De Sales, praticamente di fronte all’ingresso degli uffici della curia vescovile. Si tratta di una scoperta molto importante che ridisegna ancora una volta la mappa di Aosta antica, visto che gli scavi hanno portato alla luce il pavimento in cocciopesto di un’aula di dimensioni considerevoli, venti metri di lunghezza e dieci di larghezza, con un’abside a levante, sotto la Prevostura, la cui destinazione religiosa è stata confermata dal rinvenimento di una croce in mosaico perfettamente conservata, inserita in un tondo e posizionata sul pavimento.

«Nelle regioni limitrofe - spiega l’archeologo della Soprintendenza Gabriele Sartorio - è stato verificato che i complessi religiosi più importanti, come quelli delle cattedrali, fossero composti da un insieme di due o tre edifici posti uno accanto all’altro. Ad Aosta fino ad oggi ne era stato individuato uno solo ed ora con questo ritrovamento si ridefiniscono i confini del complesso religioso medievale, considerato che questa grande sala venne costruita poggiando il suo muro meridionale sulla base dell’insula romana, quindi lungo una strada, praticamente sull’asse dell’attuale via De Sales, occupando con il suo volume pure la strada perpendicolare che delimitava la stessa insula».

L’edificio venne probabilmente utilizzato sino all’anno Mille, quando fu demolito e nella sua metà orientale si edificò l’ampia cappella di San Clemente, a sua volta distrutta nella seconda metà del Seicento ed individuata durante i recenti lavori nella Prevostura per la realizzazione della Casa della Carità. Invece nello spazio occidentale trovò posto una parte del cimitero della Cattedrale, che ha così preservato il bellissimo pavimento in cocciopesto. Unica intromissione, a seguito dell’abbandono e del risanamento del cimitero, la presenza di un forno per la fusione delle campane in bronzo, che si è potuto datare grazie al recupero del perno centrale in legno della matrice e che fu utilizzato per realizzare la “cloche bourgeoise”, la campana che venne fusa in quel periodo e quindi issata nella torre campanaria.

Un bel gioco ad incastri, nel quale tutto collima, per la soddisfazione degli amanti di Aosta antica che anche mercoledì scorso hanno partecipato numerosi al doppio appuntamento con l’archeologa regionale Alessandra Armirotti, che ha illustrato loro i contenuti di questa ulteriore pagina di storia cittadina e valdostana, un’occasione molto interessante in attesa di conoscere il destino di questa recente scoperta, che meriterebbe di essere valorizzata e che invece rischia di essere nascosta agli occhi di tutti dal passaggio della fognatura comunale.

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