Scendi tu o scendo io?
Il treno Aosta-Torino è l’unico collegamento pubblico tra la Valle d’Aosta e il Piemonte, perché le linee di autobus ufficiali sono sospese da un anno, questo è il primo dato; il secondo è che il ponte delle feste dell’Immacolata costituisce il primo momento di partenza massiccia del turismo per la nostre regione, che apre gli impianti e si inneva per le feste, questo il secondo dato, entrambi di comune e pubblico dominio.
Questa volta siamo riusciti a toccare l’assurdo, tema da commedia, se non fosse una tragedia: il trascorso ponte dell’Immacolata, durante un viaggio Aosta-Torino, per ben tre volte il capotreno, ha esordito, fermando la corsa di un treno stipato di pendolari, lavoratori e turisti: “Se non scendono almeno trenta persone il treno non riparte”.
Lascio a voi ogni commento sull’opportunità di tutto: che un unico collegamento con la regione limitrofa sia costituito da tre mini-carrozze anche nel fine settimana e nei giorni di festa, che la gente venga fatta salire senza controllo dei numeri, che ci si accorga solo ad un certo punto (quando?) che il treno è troppo pieno, che non si abbiano risorse alternative, se non la buona volontà delle persone che sono scese al freddo ad aspettare il convoglio successivo (distante più di 40 minuti). Persone sedute per terra e nei bagni, disagi in termini di orari, di spazi, di capienza e di comprensione di ciò che stava succedendo: a parte il quadro claustrofobico dell’evento, il disappunto nei confronti della politica è tutto vivo.
Ne parliamo da anni, con governi di tutti i colori, la questione collegamenti è annosa ormai da troppo tempo, nemmeno il denaro può essere una scusa, visti i fondi che sono previsti per questi progetti.
La Valle d’Aosta deve gravitare su Torino e Milano grazie ad un collegamento stile metropolitana veloce e da lì dare accesso ad aeroporti ed altre linee ferroviarie verso tutto il resto d’Italia. E’ una necessità urgentissima per i pendolari, lavoratori costretti ad andare avanti e indietro quotidianamente, per i turisti, verso i quali ci affanniamo a rendere appetibile una regione però irraggiungibile, per noi stessi, residenti valdostani che hanno il diritto di raggiungere le loro destinazioni senza partire per un’odissea senza fine.