Addio a Brunilde Timo, vedova di Sandro Caveri Nel 1958 fu la decima Contessa del Carnevale
Sono stati celebrati nella mattinata di mercoledì scorso, 7 dicembre, nella chiesa del Cuore Immacolato di Maria a Verrès, i funerali di Brunilde Timo, vedova del veterinario Sandro Caveri e madre dell’assessore regionale Luciano e dell’avvocato Alberto. Aveva 92 anni e con la sua famiglia ha lasciato un segno importante nella storia del paese. Nel 1958 aveva ricoperto il ruolo di decima Caterina di Challant del Carnevale, con l’amico Guido Freydoz nel ruolo di Pierre d’Introd.
Nata il 9 ottobre del 1930, Brunilde era la seconda delle tre sorelle Timo, originarie di Imperia. Il padre Emilio era un ufficiale di cavalleria che divenne commerciante di olio. Per i casi della vita, tutte e tre le belle sorelle si trasferirono in Valle d’Aosta. Per prima fu Floriana che faceva la maestra e conobbe il veterinario Ulrico Masini, reduce dalla Resistenza come capo partigiano e fra i primi aderenti all'Union Valdôtaine in Bassa Valle. Brunilde - venendo a trovare la sorella in quegli anni del Dopoguerra pieni di speranze - incontrò un collega di Ulrico, veterinario anche lui, Sandro Caveri, classe 1923, con cui si sposò nella chiesa di Arnad all’inizio degli anni Cinquanta. Terza arrivò Agostina, l’unica ancora in vita, vedova di Giuseppe Zucchetti, direttore dello storico stabilimento metallurgico dell’Ilssa Viola, a Pont- Saint-Martin.
Sandro Caveri - che in guerra aveva vissuto la tragica esperienza del campo di concentramento, che lo aveva portato alla decisione di abbandonare gli studi in Giurisprudenza («per sfiducia nel diritto dopo tanti orrori» dirà) per intraprendere quelli in Veterinaria - vinse la condotta di Verrès.
La famiglia si trasferì così a vivere proprio nel paese della Bassa Valle e “lo veterinero” divenne in breve tempo un punto di riferimento per gli allevatori della Val d’Ayas, i cui curvoni risaliva quotidianamente con la Lambretta o in auto, con la Fiat Topolino. Non esisteva ora del giorno e della notte in cui Sandro - per sua natura iperattivo - non fosse disponibile. E a rispondere al telefono a casa, nel ruolo di segretaria, c’era Brunilde, donna bella, forte ed elegante, dallo spirito esuberante. Per la famiglia - ma non per Sandro, che dopo pochi giorni tornava a Verrès per lavorare - erano una consuetudine le estati a Imperia nella casa dei nonni, luogo di tante avventure d’infanzia e giovanili per Alberto e Luciano ed i numerosi cugini. Dopo un’esistenza lunga, bella e felice, da qualche tempo ormai solo un filo flebile la teneva attaccata alla vita. Fino a sabato scorso, 3 dicembre, quando Brunilde ha raggiunto in cielo il suo Sandro.