Addio a Renato Nucase, l’alpino che visse due volte Da ragazzo restò 40 giorni in coma per un incidente
La famiglia, il lavoro, la vigna. Renato Nucase era un uomo buono, di valori semplici e saldi. Si è spento giovedì 1° dicembre nella sua casa di Veynes, a Saint-Christophe, e i suoi funerali sono stati celebrati sabato 3. Aveva 92 anni ma ha rischiato di lasciare questo mondo molto tempo prima. Quando aveva 27 anni, infatti, lo avevano già pianto per morto. Mentre lavorava in una galleria ebbe un incidente gravissimo che lo fece restare in coma per 40 giorni. Era in condizioni così disperate che alcune persone si presentarono a casa di sua mamma Alessandrina Bionaz per farle le condoglianze. Invece dopo 40 giorni Renato si risvegliò, venne poi trasferito a Torino dove subì una delicata operazione e in tutto rimase lontano da casa per 2 anni. Quell’evento tragico gli lasciò segni permanenti - la cecità da un occhio, la perdita dell’olfatto - ma non gli impedì di vivere una vita piena e ricca di gioie. Il 7 maggio 1960 si sposò con Anna Champvillair - mancata il 26 dicembre del 2002 - da cui ha avuto l’unica figlia Teresa. Renato Nucase lavorò poi in un’azienda per la produzione di vestiti a Pollein, nello stabilimento dove poi si insediò la Multibox, dando nel contempo una mano alla moglie nei lavori della campagna e dedicandosi con passione alla cura della sua vigna, da cui ricavava l’uva che dapprima utilizzava per produrre vino per l’autoconsumo e che in seguito conferiva all’azienda dei Frères Grosjean. Curava con previdenza la scorta di legna per l’inverno, uno dei suoi impegni preferiti. Orgoglioso componente del Gruppo Alpini, di carattere chiaccherone e molto espansivo, gli piaceva stare in compagnia. Oltre alla figlia Teresa, lascia le nipoti Elisa e Manuela Bionaz e i pronipoti André Frassy e Sofia e Alexis Locci.