Ex dirigente regionale condannata dalla Corte dei Conti

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La Sezione giurisdizionale della Corte dei Conti per la Valle d'Aosta ha condannato l'ex dirigente regionale Lucia Ravagli Ceroni, attuale direttrice generale dell'Università della Valle d'Aosta, a pagare complessivamente 21mila 588 euro alla Regione. La vicenda riguarda la reiterazione di contratti a tempo determinato nei primi anni Duemila per 5 dipendenti regionali, quando Lucia Ravagli Ceroni era dirigente responsabile della Direzione sviluppo organizzativo della Regione. Con 5 sentenze passate in giudicato, nel 2016 la Corte d'appello di Torino ha condannato l'ente pubblico a risarcire i lavoratori per l'illecita reiterazione di contratti: di qui le contestazioni a Lucia Ravagli Ceroni da parte procuratore regionale della Corte dei Conti Giuseppe De Rosa, che aveva chiesto un risarcimento complessivo di poco meno di 39mila euro.

Le accuse riguardavano i rapporti con 5 dipendenti: 11 contratti di assunzione (su un totale di 14) tra il 2005 e il 2011 poi giudicati illegittimi (contestati a Lucia Ravagli Ceroni 8.208 euro), 7 contratti di lavoro a tempo determinato reiterati «Senza soluzione di continuità» dal 2006 al 2010 (contestati 9.309 euro); sei contratti «Illecitamente reiterati» (su un totale di 7) dal 2004 al 2011 (contestati 9.077 euro), altri 6 contratti tra il 2000 e il 2009 (contestati 5.314 euro), 22 contratti su un totale di 28 «Illecitamente reiterati» tra il 1994 e il 2011 (contestati 7.055 euro).

«È evidente da una simile sequenza - scrivono i giudici in una delle 5 sentenze, in larga parte analoghe - che tali contratti non coprivano alcuna esigenza temporanea, essendo invece espressione di un'ordinaria carenza d'organico che avrebbe dovuto essere affrontata dagli organi competenti in altro modo». La difesa della dirigente ha contestato «La sussistenza di una colpa grave, essendo le assunzioni un mero atto dovuto imputabile alla Giunta regionale e, comunque, necessarie per la garanzia di buon andamento di servizi essenziali». La Corte ha comunque applicato il «Potere riduttivo», diminuendo l'importo risarcitorio del 25 per cento, perché «L'iniziativa di tali assunzioni risiede comunque nella volontà politica dell'organo direttivo dell'Amministrazione regionale».

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