La montagna, lo sport, la musica e la solidarietà Verrès ha dato l’ultimo saluto ad Aurelio Sasso
Aurelio Sasso era un uomo grande. Per il fisico, forte e robusto, addolcito da un sorriso luminoso. Ma pure per la statura morale e per la capacità di mettersi sempre al servizio degli altri, con disponibilità e un senso profondo di giustizia. A Verrès era conosciuto e stimato e in tanti gli hanno portato un ultimo saluto ai funerali celebrati lunedì scorso, 21 novembre, nella chiesa del Cuore Immacolato di Maria.
Era nato a Legnano, in provincia di Milano, il 17 febbraio del 1933. Aveva appena sei mesi quando i suoi genitori - papà Carlo e mamma Letizia Filetti - si trasferirono in Valle d’Aosta dove Carlo aveva trovato lavoro al Cotonificio Brambilla. Dopo tredici anni la loro famiglia fu allietata dalla nascita della sorellina Annalisa. Visto che la proposta scolastica offerta all’epoca a Verrès si fermava alla seconda “avviamento”, Aurelio frequentò la terza ad Ivrea e subito dopo trovò occupazione alla Brambilla.
Conosceva da sempre Fiorina Mori, abitando al “Belvedere” lui e poco distante lei. La loro amicizia nel tempo si trasformò in qualcosa di più profondo: si sposarono il 15 settembre 1956 e dalla loro unione sono nate tre figlie: Eliana nel 1959, Alessandra nel 1963 e Stefania nel 1970. Nel frattempo, Aurelio trovò lavoro all’Olivetti di Ivrea in qualità di operaio specializzato.
Aveva tre grandi passioni: la musica - suonava il clarinetto nella Banda; lo sport, che praticò giocando a calcio; soprattutto, la sua amata montagna. Ha raggiunto e spesso accompagnato su molte cime della Valle d’Aosta amici appassionati o neofiti, prediligendo le cime della Valle d’Ayas. Ogni anno la passeggiata che per lui apriva la stagione era la salita al monte Zerbion. Nel 2015 è stato premiato per i cinquant’anni di iscrizione alla sezione del Cai di Verrès.
Nonostante il poco tempo libero, trascorse parecchi pomeriggi ad aiutare i sacerdoti del paese ad occuparsi dei ragazzi della parrocchia e accettò l’incarico nel consiglio di amministrazione della scuola materna. Quando l’allora parroco don Carlo Caputi organizzò una colonia estiva per i bambini e i ragazzi della parrocchia a Chévrère, nel Comune di Champdepraz, si offrì di accompagnarli nelle escursioni e fece loro apprezzare le bellezze della natura e del camminare in montagna. Per molti ragazzini di allora, il ricordo di Aurelio Sasso è legato indissolubilmente alle “camminate del mercoledì” alla colonia estiva. La sua presenza dava sicurezza a tutti. E quando le forze dei camminatori iniziavano a diminuire, tirava immancabilmente fuori dal suo grande zaino qualche prugna secca o - nei casi più “critici” - i suoi indimenticabili zuccherini aromatizzati con una goccia di grappa, che scaldavano il petto e rinfrancavano le gambe.
Su invito dell’amico Cesare Quey - sindaco dal 1980 al 1990 - accettò di entrare a far parte del Consiglio comunale. Ricoprì la carica di assessore alla Sanità e anche grazie al suo interessamento nacque la microcomunità, una delle prime in Valle d’Aosta. Con grande generosità, non aveva difficoltà a farsi carico personalmente di alcune necessità degli ospiti soli.
Era iscritto all’Avis e ha donato il sangue per molti anni, fino al raggiungimento del limite massimo di età.
Appassionato lettore, ha avvicinato le sue figlie ai libri insegnando loro ad apprezzare autori che amava come don Lorenzo Milani, don Oreste Benzi e Mario Rigoni Stern.
Ogni domenica si offriva per le Letture durante la celebrazione delle Messe e in estate, il giovedì, assisteva insieme alla sua famiglia alla celebrazione eucaristica al santuario di Machaby.
Nel 1983 è andato in pensione e dal 1987 in poi, insieme a Fiorina, si è occupato con amore dei nipoti Fabio e Luca Miope, Matteo e Marco Pangallo e Pietro, Chiara e Marta Ratto seguendoli nelle attività scolastiche e trasferendo loro tutte le sue passioni: dalla coltivazione dell’orto alla produzione della grappa, dalla lettura al gioco della belote; con i nipoti più grandi, l’appuntamento settimanale della belote ha rappresentato fino all’ultimo un evento atteso e gioioso.
Nel dicembre del 2021 ha infine avuto la gioia di prendere in braccio Alice, la sua pronipote.