Vittorio Berguerand, partigiano e decano del Gruppo Alpini
Era il decano del Gruppo Alpini di Saint-Christophe. Soprattutto, era uno dei testimoni diretti - ormai sempre meno numerosi - della guerra di Liberazione. Vittorio Berguerand si è spento nella notte tra lunedì e martedì scorsi, 21 e 22 novembre, nella sua casa di Meysattaz, dopo una vita straordinaria, lunga 97 anni. Era nato il 9 febbraio del 1925 a Saint-Christophe da papà Pietro e mamma Anesia Real, una famiglia originaria di La Thuile. Era il più giovane dei 3 figli ma con le sorelle Pierina e Albina dovette crescere in fretta. Quando aveva appena 10 anni, rimase nel giro di pochissimo tempo orfano di entrambi i genitori. Così non potè fare altro che rimboccarsi le maniche e andare a lavorare, negli alpeggi a Courmayeur. Allo scoppio della guerra era solo un ragazzo: quando si trattò di scegliere non ebbe dubbi e divenne partigiano. Il suo riferimento principale fu la Banda comandata da Silvio Gracchini, divenuta poi la 13esima Emile Chanoux: un gruppo in cui collaborò con tanti altri coetanei di Saint- Christophe. Non amava molto parlare di quel periodo, durante il quale si trovò più di una volta a rischiare la vita. Dopo la guerra, fece il servizio militare negli alpini, trascorrendo un periodo di guardia a un deposito di carburante al Lago d’Orta e un altro al Forte di Bard. Era orgogliosissimo di indossare il cappello con la penna nera a ogni occasione, portando la corona il 25 Aprile o alle cerimonie del 4 novembre o ancora quando fu premiato in occasione del 70esimo anniversario della Liberazione a Palazzo regionale. Per 30 anni fu poi gruista alla Cogne. Nel 1952 si sposò con Delia Lina Jotaz, mancata ormai 20 anni fa, con cui ha avuto 5 figli: Daniela nel 1953, Fulvia nel 1955, Piero nel 1958 (morto ad appena 2 anni di età), Lorena nel 1961 e Paola nel 1971.
Sempre disponibile ed elegante, gli piaceva fare festa con gli amici. Con il Gruppo Alpini era uno degli addetti alla preparazione della polenta. Amava giocare a pétanque e a bocce e allevava per diletto qualche pecora e alcuni conigli, oltre a curare con passione la sua vigna. Era stato anche uno degli animatori del Carnevale a Saint-Christophe.
«Ti ricorderò per la tua eleganza impeccabile, la voglia di chiacchierare davanti a un buon bicchiere e soprattutto per come mi chiamavi sempre “o mio Capitano !”» lo ricorda il capogruppo degli alpini di Saint-Christophe Albert Joseph Bétemps.
I suoi funerali sono stati celebrati giovedì scorso, 24 novembre. Lascia, oltre alle quattro figlie, i tanti nipoti e pronipoti a cui era affezionatissimo.