I carabinieri hanno festeggiato la patrona Virgo Fidelis

La Galleria San Grato, in via De Tillier ad Aosta, ha accolto da sabato 19 a lunedì 21 novembre un’esposizione di quadri e cimeli dedicata all’81esimo anniversario della difesa del caposaldo di Culqualber da parte del 1° Battaglione Carabinieri e Zaptiè mobilitato. Lunedì 21, inoltre, nella chiesa Collegiata dei santi Pietro e Orso è stata celebrata da don Aldo Armellin la Messa in onore della Virgo Fidelis, patrona dell’Arma, a cui ha partecipato il comandante del Gruppo Carabinieri di Aosta Giovanni Cuccurullo. Il 21 novembre si celebrano la patrona dell’Arma Virgo Fidelis, la battaglia di Culqualber e la Giornata dell’Orfano.

L’epica battaglia di Culqualber fu combattuta in Africa Orientale dal 1° Battaglione Carabinieri mobilitato, schierato a presidio del caposaldo posto a sbarramento dell’avanzata britannica verso Gondar. Il 21 novembre del 1941, dopo l’ennesimo attacco degli inglesi, il caposaldo di Culqualber cessò di resistere e quasi tutti i carabinieri caddero in combattimento. Tra i pochi superstiti vi fu Marcello Machet, originario di Torgnon, mancato nel 1999 all’età di 92 anni. Per quell’epico fatto d’armi alla Bandiera dell’Arma fu conferita la seconda Medaglia d’oro al valor militare. Nella Benemerita il culto della Virgo Fidelis iniziò subito dopo l’ultimo conflitto mondiale. Il pontefice Pio XII, l’11 novembre 1949, a Castel Gandolfo, promulgò la bolla con cui concesse ai Carabinieri di festeggiare il 21 novembre la loro Santa Protettrice in ricordo sia della suprema consacrazione della Vergine Maria a Dio sia del Battaglione di carabinieri che si sacrificò a Culquaber. Lunedì scorso è stata celebrata pure la Giornata dell’Orfano. Sono più di 1.000 gli orfani assistiti dall’Opera Nazionale di Assistenza per gli Orfani del Militari dell’Arma dei Carabinieri. L’Opera non riceve alcun contributo da parte dello Stato. Ciò costituisce motivo di vanto e orgoglio per l'Arma perché è testimonianza concreta del legame ideale che unisce l’istituzione alle famiglie dei colleghi meno fortunati.