«Con la metà del costo del collegamento funiviario si garantirebbero quarant’anni di vita del Parco»

«Con la metà del costo del collegamento funiviario si garantirebbero quarant’anni di vita del Parco»
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La petizione popolare per «salvare» il vallone delle Cime Bianche, in Val d'Ayas, dalla costruzione di una serie di telecabine per collegare i comprensori sciistici del Monterosa Ski e del Cervino è stata ritenuta ammissibile dall'ufficio di presidenza del Consiglio Valle. Lo ha comunicato nella mattinata di mercoledì scorso, 16 novembre, in apertura di seduta, il presidente del Consiglio Alberto Bertin.

Le petizione dal titolo «Salviamo il vallone delle Cime Bianche» è corredata da 2.335 firme valide ed è stata trasmessa agli assessori all'Ambiente (il presidente Erik Lavevaz ad interim) e allo Sviluppo economico (Luigi Bertschy), oltre che alle commissioni terza e quarta, competenti in materia, che la analizzeranno per poi portare il dibattito in Aula.

Nella stessa giornata l’Associazione Ripartire dalle Cime Bianche e il Cai Valle d’Aosta hanno diffuso un comunicato con il quale ribadiscono quale dovrebbe essere - secondo loro - il futuro del vallone.

«I propositi di realizzare impianti funiviari nel vallone delle Cime Bianche - si legge - si stanno scontrando con la realtà di un territorio tutelato dalla normativa europea, statale e regionale, per la sua conformazione non adatto allo sci, e in cui non si sa dove posizionare la stazione intermedia. Un ecosistema che verrebbe irrimediabilmente alterato e deturpato dagli impianti, con unicità che attendono unicamente di essere conosciute, indagate, salvaguardate e promosse per farne leva fondamentale di uno sviluppo sociale e economico armonico e duraturo, e per diversificare l’offerta turistica, che non può continuare ad essere incentrata unicamente sullo sci».

Sul piano naturalistico e paesaggistico, il vallone - con le sue balze erbose, i suoi laghi e i suoi torrenti che fanno da cornice a un prezioso ecosistema floreale e faunistico d’alta quota - costituisce una piccola perla di microambiente alpino intatto. Con l’eccezione dell'immediato settore a monte di Saint-Jacques, il territorio è sottoposto al regime di ZSC-ZPS, due acronimi che identificano la massima protezione naturalistica prevista dalle norme europee (IT1204220 - Ambienti glaciali del gruppo del Monte Rosa).

Quali sono allora le proposte del comitato e del Cai? «L’istituzione di un Parco naturale che comprenda il vallone delle Cime Bianche e l'area ZSC/ZPS "IT1204220 - Ambienti glaciali del gruppo del Monte Rosa" più l'area di specifico interesse naturalistico individuata dal Comune di Ayas (vallone di Nana, pianori di Tzere e di Verra), in continuità con il Parco dell'Alta Val Sesia. - prosegue la nota - Con 50 milioni di euro, la metà del costo realistico del collegamento funiviario, si garantirebbero 40 anni (1.200.000 euro all’anno) di vita del Parco e almeno 15/17 posti di lavoro qualificati e permanenti, e si diversificherebbe l’offerta turistica durante tutto l’anno».

Per quanta riguarda i giovani, occorre tener conto delle loro aspettative, che non sono esclusivamente legate alle attività turistiche. Sono oltre 7.000 i valdostani fra i 18 e i 49 anni che vivono all’estero per fare esperienza ma anche perché la Valle d’Aosta non offre occasioni di lavoro stimolanti. Al concorso per 3 guardaparco al Parco regionale del Mont Avic hanno partecipato 200 candidati, per 9 posti al Parco del Gran Paradiso hanno partecipato in 1.100.

Il parco darebbe l'opportunità di accedere a svariati fondi europei e nazionali, di riqualificare la rete sentieristica, di creare un ostello/foresteria a Fiéry, - conclude la nota - di rilanciare l'attività agricola, di operare come Agenzia di studio e tutela degli equilibri ambientali, a lungo termine».

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