Aido, arrivano le espulsioni per gli storici soci Claudio Latino: “Provvedimento vergognoso”
«Una vergogna, un gesto di una gravità inaudita». Sono durissime le parole di Claudio Latino - già alla guida dell’Aido Valle d’Aosta e ora presidente del Csv - contro il provvedimento di espulsione recapitatogli dalla sede nazionale dell’Aido - Associazione Italiana Donatori di Organi. «In queste ore l’Aido nazionale mi ha fatto recapitare, e la stessa “sorte” toccherà ai componenti dell’ultimo consiglio direttivo dell’Aido Valle d’Aosta, l’espulsione dall’Aido e la restituzione della mia iscrizione datata 1983. - ha scritto Claudio Latino sulla sua pagina Facebook - Hanno così cercato di “neutralizzare” una storia, la nostra. Ma di certo non potranno cancellare le nostre conquiste. Non potranno cancellare il mio piccolo contributo in Parlamento, insieme all’allora deputato Luciano Caveri, per la nascita della Legge italiana sulla Donazione e il trapianto degli organi, che ha portato il nostro Paese ai vertici in Europa, e a quello presso il Parlamento europeo per la nascita della Legge Europea sulla Donazione, oggi una splendida realtà. Questo non riusciranno a toglierlo, mai».
L’espulsione di Claudio Latino - così come degli altri membri del direttivo di Aido - è una conseguenza del commissariamento di Aido VdA il 13 dicembre del 2020, quando l’associazione regionale era guidata dalla presidente Paola Borgnino. Il motivo: l’assenza, lamentata dalla sede nazionale, di gruppi provinciali e comunali sul territorio regionale, come previsto dallo Statuto. Una decisione contestata dall’allora direttivo valdostano, che ha sempre provato a spiegare come l’assenza di gruppi comunali o provinciali, mai esistiti in Valle d’Aosta, fosse legata alle piccole dimensioni del nostro territorio. Da allora si sono succeduti 3 commissari regionali che hanno cercato, senza riuscirci, di dare vita ai gruppi comunali.
«A causa del commissariamento la sede regionale è chiusa, da un anno e mezzo non si parla più di donazione di organi. - continua Claudio Latino - E pensare che la nostra regione è sempre stata al vertice per numero di iscritti in rapporto alla popolazione. E che io sono stato, oltre che presidente regionale per 15 anni, anche consigliere nazionale e segretario nazionale e ho contribuito a fare approvare una legge che ha permesso all’Italia di passare dal penultimo al secondo posto in Europa per la donazione di organi. Questo trattamento è indegno. La nostra colpa è esclusivamente quella di avere difeso la peculiarità della Valle d’Aosta, di aver difeso fino all’ultimo la dignità e la specificità di ogni singolo donatore valdostano. Noi abbiamo sempre messo il malato al centro del nostro operato, abbiamo sempre e solo pensato a dare speranza a quelle quasi 10mila persone che ogni anno in Italia aspettano un trapianto di organo. La più grande amarezza è che in queste ore verranno recapitate queste lettere a persone come Odilla Stevanon e Piergiorgio Janin, fondatori di quella che è stata una straordinaria associazione regionale di volontariato puro, con un impegno e una costanza da far impallidire chiunque. Per questi “eroi del nostro tempo” sale un profondo grido di vergogna».