Il Vallone di San Grato, tesoro di storia walser L’obiettivo è valorizzarlo con i fondi europei

Il Vallone di San Grato, tesoro di storia walser L’obiettivo è valorizzarlo con i fondi europei
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Valorizzare il Vallone di San Grato attraverso un progetto Interreg che coinvolgerà anche il Comune di Issime, il Forte di Bard e la Savoia. E’ il sogno - molto concreto - dell’associazione Augusta di Issime che ha presentato l’iniziativa nel corso della sua ultima assemblea. In ballo ci sono 1,2 milioni di euro di fondi europei che potrebbero imprimere un’accelerazione decisiva alle ricerche e al recupero delle testimonianze storiche su uno dei più antichi insediamenti walser dell’arco alpino. Il progetto - messo a punto dai preposti uffici della Regione - parteciperà a febbraio al bando Interreg Italia - Francia Alcotra: l’esito della domanda si conoscerà a maggio.

«Si tratta di un progetto a 360 gradi - spiega il presidente dell’associazione Augusta Michele Musso - che partirà dagli studi già effettuati sulle torbiere, sugli edifici “sotto roccia”, sull’architettura rurale e sulla cerealicoltura per indagare gli aspetti geologici, geomorfologici, idrogeologici e la parte architettonica e paesaggistica nell’ottica del turismo culturale e della valorizzazione del patrimonio. Naturalmente una parte importante sarà anche quella archeologica con indagini a campione in vari punti del territorio. Grazie alle analisi polliniche si è potuto retrodatare il popolamento umano al 4.000 avanti Cristo mentre i primi insediamenti Walser del Vallone di San Grato risalgono al 1.100, come testimoniato dalla dendrocronologia. Ciò che è emerso dagli studi, è che i pollini testimoniano periodi di coltivazione più intensa e di assidua frequenza umana, alternati ad altri di abbandono a causa di pestilenze o per fattori climatici ed economici».

Il progetto da oltre 1 milione di euro prevede inoltre - ed è la parte seguita dall’Amministrazione comunale - la realizzazione di un centro visitatori nel fabbricato di località Plane del lascito di Jacquème Biolley, vedova di Jean Linty, risalente al 1737. In precedenza si pensava di trasformare la struttura in un ostello ma a quest’ultima destinazione è stata ora riservata l’ex scuola elementare.

«Il centro visitatori sarà il punto di partenza, in cui si raccoglierà tutto ciò che si è scoperto attraverso le ricerche nel Vallone e sarà la vetrina per l’intero territorio di Issime» prosegue Michele Musso.

Dal canto suo, l’associazione Augusta non rimane ferma in attesa dell’auspicato arrivo dei fondi europei. Al contrario, ha già messo a punto tutte le pratiche per acquistare, con un investimento di 15mila euro, euro in località Stubbi, nel Vallone di San Grato, un rascard che comprende un mulino e un forno risalente alla metà del Seicento, il cui tetto è crollato proprio nello scorso mese di agosto. L’immobile verrà ristrutturato secondo le indicazioni della Soprintendenza ai Beni culturali.

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