Educatore precario per 10 anni: Regione condannata

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Il giudice del lavoro di Aosta Luca Fadda ha pronunciato nei giorni scorsi 3 sentenze con cui ha accolto altrettanti ricorsi di insegnanti e di un educatore iscritti al Savt-Ecole, patrocinati dall'avvocato Sacha Bionaz del Foro di Ivrea. 2 sono in materia di differenze retributive e ricostruzione della carriera per i docenti a tempo indeterminato. Uno invece riguarda la reiterazione di contratti a termine per oltre tre anni consecutivi, riconoscendone nuovamente - fa sapere il sindacato in una nota - «L'abuso compiuto dall'amministrazione scolastica regionale (nel caso di specie ben 10 anni consecutivi) per supplenze su “organico di diritto”».

In particolare, - per un educatore del convitto regionale Federico Chabod che aveva stipulato negli ultimi 10 anni scolastici, dal 2012/2013 al 2021/2022, altrettanti contratti a tempo determinato - il giudice ha accertato «Un ricorso improprio e distorto alle supplenze su “organico di diritto”, desumibile dalla frequenza e dalla durata delle stesse, congiuntamente al fatto che si siano svolte presso lo stesso istituto e sulla stessa cattedra». Il tribunale ha pertanto condannato la Regione ad un risarcimento di 11mila euro, in aggiunta alle spese legali. Nella stessa controversia, il ricorrente si è anche visto riconoscere grazie ad una domanda parallela e diversa, altri 11mila euro per le differenze retributive. Con le altre 2 sentenze pronunciate, il giudice del lavoro di Aosta, disapplicando «L'illegittima e minore ricostruzione di carriera effettuata dall'Amministrazione regionale, ha confermato a cinque docenti oggi di ruolo il diritto alle differenze retributive derivanti dall'applicazione degli scatti stipendiali, riconoscendo il diritto agli insegnati all'intera anzianità di servizio pre-ruolo a valere per l'avanzamento di carriera per tutti i giorni di servizi effettivamente prestati, disponendo la conseguente collocazione in un gradone stipendiale più elevato». Nel complesso, l'amministrazione scolastica regionale è stata condannata a rifondere più di 40mila euro agli interessati.

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