Il montepremi del Superenalotto ha sfondato il tetto dei 300 milioni di euro: «Chi vince deve fare anche beneficenza»
Il monte premi del Supernalotto è il più alto di sempre dato che supera i 300 milioni di euro. Ma cosa fare nel caso di vincita di una somma simile?
Stefano Gobbi: «Di solito non gioco perché penso che siano soldi buttati via. Tuttavia se vincessi 300 milioni di euro ne devolverei una parte alla Regione per il restauro di alcune strutture e alle associazioni di volontariato che assistono i bambini in condizione di estrema povertà».
Giorgio Corniolo: «Se vincessi una simile cifra ne investirei una parte e l’altra la darei in beneficenza per migliorare il centro di Aosta, dato che dopo il disastro economico provocato dalla pandemia di Covid e dalla guerra in Ucraina i fondi pubblici scarseggiano. Inoltre devolverei dei soldi alle persone bisognose».
Lorenzo Dherin: «Gioco saltuariamente solo piccole cifre, perché come tutti spero prima o poi di avere un colpo di fortuna. Se vincessi l’incredibile somma di 300 milioni di euro aiuterei tutti i membri della mia famiglia. Poi farei beneficenza sia ai centri di ricerca per malattie gravi e a tutti coloro che vivono un periodo difficile. In Italia abbiamo molti poveri e la Caritas ha sempre meno risorsi per assicurare pasti caldi e un rifugio ai senzatetto, soprattutto ora che è in arrivo il freddo».
Giuseppe Raffa: «Ogni tanto gioco piccole cifre nella speranze che la dea bendata si accorga di me. Il jackpot attuale è spropositato oltre 300 milioni di euro: non basterebbe una vita per spenderli tutti. Comprerei delle ville e automobili lussuose, tanto per togliermi alcuni sfizi a livello personale. Inoltre sarei molto generoso con la famiglia e gli amici, senza dimenticare dei poveri bisognosi e dei bambini e dei profughi in fuga dalla guerra».
Carole Turru: «Se vincessi una cifra così elevata innanzitutto penserei ai miei genitori che hanno fatto molto per me. Poi ne metterei una parte in banca. Inoltre aiuterei parenti e amici, nonché i bambini malati e le associazioni di volontariato che operano nel Terzo Mondo dove ogni anno muoiono di fame centina di migliaia di persone».