Usl, rientrano al lavoro 32 sanitari non vaccinati “Potremmo riaprire 10 posti letto in ospedale”
Sono 32 i sanitari dipendenti dell’Usl della Valle d’Aosta - già sospesi perché non vaccinati contro il Covid - che sono stati reintegrati dopo la decisione del Governo Meloni di eliminare l’obbligo vaccinale per il personale sanitario. «Precisamente si tratta di 18 infermieri, 4 Oss, 4 fisioterapisti, 4 tecnici di radiologia, 1 medico e 1 farmacista. - entra nel dettaglio il direttore sanitario dell’Usl Guido Giardini - Qualcuno è già rientrato in servizio lunedì scorso, la maggior parte lo farà la prossima settimana. Si è reso necessario qualche giorno per la riorganizzazione, anche perché i turni di novembre erano già stati completati e il provvedimento del Governo è arrivato in modo improvviso».
“Piccoli numeri, ma per noi sono significativi”
Il Governo ha rivendicato che la decisione permette di far tornare in servizio in Italia 4mila professionisti in un momento di grande sofferenza per il sistema sanitario. D’altro canto, chi contesta il provvedimento sottolinea come l’impatto sugli ospedali sarà numericamente minimo. Com’è la situazione nella nostra regione? «Sono piccoli numeri ma nella nostra realtà hanno la loro importanza. - chiarisce Guido Giardini - Sicuramente potrà essere un discreto aiuto in alcune realtà come quelle ambulatoriali, il day hospital e determinati servizi. Stiamo valutando se riusciremo ad aprire 10 letti in più in ospedale: o letti chirurgici, oppure in Neurologia, appena terminati i lavori di ristrutturazione. Questo però è ancora da definire perché alcuni dei sanitari reintegrati non sono turnisti e poi ci sono delle carenze ancora in essere da coprire».
Alcune Regioni stanno facendo resistenza, c’è chi chiede di tenere i no vax fuori dalle corsie degli ospedali. In Valle d’Aosta saranno poste limitazioni alle mansioni dei sanitari non vaccinati? «No, non mi risulta» risponde il Direttore sanitario.
“E’ il momento di lavorare tutti insieme”
In sintesi, come valuta il reintegro dei sanitari non vaccinati? «Sia chiaro: hanno solo anticipato di 2 mesi la decisione. - sottolinea Guido Giardini - Il comitato scientifico, di cui peraltro l’attuale ministro Orazio Schillaci faceva parte, ha valutato che, considerata l’attuale diffusione epidemiologica, si potesse fare questa scelta. Anche perché come contraltare c’era la riduzione delle risorse umane. Ne prendo atto. Sicuramente per noi avere personale in più può essere un aiuto».
C’è il rischio di tensioni tra i no vax reintegrati e gli altri dipendenti? «Non credo, non ci sono sentori in questo senso. - tranquillizza il direttore sanitario Guido Giardini - Ci sono stati in effetti periodi in cui le decisioni su questo tema dividevano i sanitari. Adesso però è il momento di ripartire tutti insieme, con unità di intenti. Dobbiamo superare la pandemia ed erogare servizi a tutti. Non dimentichiamo che abbiamo una stagione invernale alle porte, con il probabile arrivo di numerosi turisti: dobbiamo farci trovare pronti».
“La vaccinazione rimane fondamentale”
Dai primi dati, pare che una conseguenza collaterale dell’atteggiamento del Governo Meloni sia un calo delle vaccinazioni anti-Covid, in particolare non decollano le quarte dosi. Cosa ne pensa? «E’ un fatto da monitorare con attenzione. - dice il dottor Guido Giardini - Il Ministro stesso in conferenza stampa ha ammesso l’importanza che i vaccini hanno avuto e continuano ad avere nella lotta alla pandemia. Io sono convinto che i vaccini conservino un ruolo assolutamente essenziale. Il mio invito è a vaccinarsi non solo contro il Covid ma anche per l’influenza che da un paio di anni è assente, anche per tutti i sistemi di protezione che abbiamo adottato: non sappiamo come sarà l’impatto dell’epidemia invernale. Concordo infine pienamente con la decisione di mantenere i dispositivi di protezione negli Ospedali e nelle Rsa perché il virus è solo sopito momentaneamente e stiamo appunto attendendo anche l’arrivo dell’influenza».
Ordine dei medici, stop alla sospensione per 7 iscritti
I dati forniti dall’Usl riguardano naturalmente solo i dipendenti dell’azienda sanitaria valdostana. Non corrispondono quindi a quelli dell’Ordine dei Medici della Valle d’Aosta, che ha riunito il proprio Consiglio direttivo mercoledì scorso, 2 novembre, e ha revocato la sospensione per 7 dei suoi iscritti, una cifra che comprende anche liberi professionisti o chi esercita in altre regioni. Allo stesso modo l’Ordine degli infermieri della Valle d’Aosta ha reintegrato 28 iscritti.
Roberto Rosset: “Sarebbe opportuno che i non vaccinati stessero fuori dai reparti critici”
«E’ un provvedimento del Governo e quindi naturalmente lo applichiamo. - dichiara il presidente dell’Ordine dei Medici Roberto Rosset - In questo momento assistiamo a una riduzione della diffusione epidemica. Bisognerà vedere, e adesso nessuno lo sa, se si tratta di un calo a cui seguirà una nuova crescita dei contagi, anche tenendo presente che andiamo verso i mesi freddi, durante i quali sono più frequenti le malattie da raffreddamento. Personalmente avrei aspettato il termine del 31 dicembre, anche per vedere l’andamento epidemiologico». «L’aspetto sgradevole è che sembra quasi un premio a chi non si è vaccinato e questo non è educativo. - prosegue il dottor Roberto Rosset - Medici e infermieri, come si è visto in questi anni, sono stati i grandi vettori dell’epidemia e proprio per questo hanno contato tra loro un numero di decessi estremamente significativo. Riterrei pertanto sensato, così come proposto dalla Regione Puglia, di stabilire che, fermo restando il diritto di decidere di non vaccinarsi, i sanitari non vaccinati non possano lavorare nei reparti critici, con i pazienti più fragili. E questo non dovrebbe valere solo per il Covid, ma anche ad esempio per chi non si vaccina contro l’influenza. Il vaccino per l’epatite, d’altra parte, è richiesto agli operatori sanitari da anni e quindi non si tratterebbe di un provvedimento anomalo».
«Allo stesso modo, - conclude il presidente dell’Ordine regionale dei Medici Roberto Rosset - ritengo sia assolutamente da mantenere l’obbligo delle mascherine in ospedale, dove sono presenti - oltre ai virus - batteri multiresistenti e aggressivi: sono norme di sanità pubblica che, a mio avviso, dovrebbero diventare la regola».
Una bordata contro la decisione del reintegro anticipato dei sanitari non vaccinati è arrivata mercoledì scorso, 2 novembre, dall’assessore regionale all’Istruzione Luciano Caveri che sul suo profilo Twitter ha scritto: «Rientrano medici e personale sanitario no vax. Non condivido, ma almeno spero che siano identificabili, affinché uno possa scegliere se avere a che fare con loro oppure no».