Cime Bianche, 2.300 firme contro il mega collegamento funiviario

Cime Bianche, 2.300 firme contro il mega collegamento funiviario
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Una petizione di «peso»: 3 casse per 25 chilogrammi in tutto. Più di 2.300 firme, delle quali oltre 2.000 complete della documentazione richiesta (autodichiarazione di residenza e nazionalità più copia del documento d’identità). E’ quanto è stato consegnato - a corredo della petizione per la salvaguardia del Vallone delle Cime Bianche - ieri venerdì 28 ottobre da Piermauro Reboulaz, restauratore di opere d’arte e presidente del Cai Valle d’Aosta, e da Marcello Dondeynaz, referente dell’Associazione Ripartire dalle Cime Bianche, alla segreteria del Consiglio regionale.

Una petizione di peso, non solo per la mole della documentazione, ma soprattutto per la vasta adesione di valdostani dell’intero territorio regionale. Una grande mobilitazione contro la realizzazione del collegamento funiviario tra la Valtournenche e la Val d’Ayas per la creazione di un mega comprensorio sciistico.

Inattesa, all’annuncio della chiusura della petizione, la richiesta arrivata da più parti di volerla sottoscrivere, di voler consegnare le ultime firme raccolte, tanto che in pochi giorni si sono aggiunte ulteriori 400 firme.

Era stato sabato 10 settembre scorso all’Alpe Vardaz e a seguire nella piazzetta di Saint-Jacques ad Ayas l’incontro di chiusura della petizione popolare «Salviamo le Cime Banche» indirizzata al Consiglio regionale, con una serie di brevi interventi, lettere, poesie e intermezzi musicali.

«Ci possiamo ritenere soddisfatti del risultato» ha commentato Piermauro Reboulaz. «Il risultato minimo delle 500 firme è ampiamente superato. Si può sempre migliorare, ma abbiamo dimostrato che non tutta la Valle d’Aosta è favorevole al collegamento. Anzi, una buona parte amerebbe una valorizzazione e salvaguadia ambientale legata alle nostre bellezze da godere così come sono, senza lanciarsi in rischiose operazioni finanziarie, oggi più che mai. Chi è a favore ha a disposizione mezzi tecnici e finanziari, noi abbiamo utilizzato solo la nostra capacità di informare e divulgare. In diverse serate promosse da chi è a favore del collegamento si è detto che il territorio è compatto e che i consigli comunali sono tutti solidali. In realtà così non è, anche in Val d’Ayas e nella Valtournenche le 2 zone più direttamente interessate. Abbiamo raccolto firme in tutta la regione, anche se tanti che non sarebbero d’accordo hanno evitato di firmare. Quindi i contrari sarebbero molti di più, ma prendere posizione non è da tutti».

Cai e Associazione hanno fatto quello che potevano. Ora in prima istanza la palla passa agli uffici del Consiglio regionale, che devono verificare la completezza della documentazione. Intanto il Cai continuerà la sua azione informativa.

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