E’ sempre più difficile trovare personale

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Non ha raggiunto i numeri record dell’estate 2019, ma quella appena conclusa è stata un’ottima stagione per la filiera turistica valdostana, che si compone, al 2° trimestre 2022, di 2.209 imprese e 11.509 addetti (rispettivamente, lo 0,4 e lo 0,5 per cento del totale nazionale). Resta drammatico il problema del reperimento delle risorse umane.

La Chambre Valdôtaine, con il supporto tecnico dell’Istituto Nazionale di Ricerche Turistiche (ISNART) e di TurismOk, ha presentato giovedì scorso, 27 ottobre, il 2° report di analisi economico-territoriale del settore. Dall’analisi dei dati è emerso come l’estate 2020 sia stata caratterizzata da un’improvvisa ripresa del mercato come conseguenza dell’allentamento delle restrizioni Covid e da una coda di stagione particolarmente lunga. L’analogo periodo del 2021 ha registrato un avvio lento e tardivo in seguito alle restrizioni alla circolazione e all’applicazione del Green Pass, e un andamento simile a quello dell’anno precedente. Il 2022, invece, ha fatto segnare un inizio decisamente anticipato e punte di domanda elevatissime, essenzialmente dovute al clima torrido nelle città.

In tale contesto l’offerta turistica ha registrato un ruolo crescente delle agenzie di viaggio on line anche per il marketing, un aumento lineare dei prezzi e una difficoltà di programmazione, anche dovuta ai cambiamenti climatici.

Lo studio ha inoltre affrontato una delle tematiche di maggiore attualità per il comparto turistico: quella delle risorse umane. A riguardo, l’indagine svolta dall’agenzia TurismOk si è orientata su 2 filoni: da una parte un esame della situazione delle imprese per recepire le principali problematiche e le soluzioni messe in atto per porvi rimedio, dall’altra un’analisi circa le aspettative dei giovani studenti nei confronti del mondo del lavoro.

Nel primo caso dalle risposte ottenute da un campione composto di 322 imprese del settore alberghiero (55,3 per cento), ristorazione (26,1 per cento) ed extra-alberghiero (18,6 per cento) è emerso come per circa il 71 per cento degli intervistati (con punte del 77 nella ristorazione) vi sia stata una difficoltà nel reperimento di personale. Tali difficoltà, secondo gli imprenditori, sono principalmente ascrivibili agli orari e ai giorni di lavoro (41 per cento) o a scelte in tema di welfare (40 per cento). Oltre la metà degli intervistati assegna la responsabilità in massima parte al cambiamento culturale e di aspettative da parte dei giovani, mentre per un terzo la categoria non sempre ha saputo creare i presupposti corretti per una squadra coesa e duratura. Interessante infine evidenziare come, per sopperire alla difficoltà di reperimento del personale, oltre il 50 per cento delle imprese abbia segnalato un aumento dell’impegno dei titolari dell’azienda, il 17 per cento abbia aumentato i salari e il 14 per cento limitato la propria proposta o rivisto le modalità di offerta.

Per quanto riguarda, infine, l’indagine condotta sui giovani studenti, che ha riguardato 240 allievi dell’Itpr Corrado Gex di Aosta, della Fondazione turistica di Châtillon e dell’Istituzione Liceale, Tecnica e Professionale di Verrès, ha evidenziato come la grande maggioranza degli intervistati (80 per cento) punti a un lavoro sicuro o a un’attività che corrisponda alle proprie passioni. Nella scelta del posto di lavoro risulta preponderante l’offerta economica, mentre sembra meno rilevante l’empatia con il datore di lavoro. Tra gli elementi maggiormente ricercati dagli studenti, il rispetto da parte del datore di lavoro e la chiarezza, fin da subito, in merito a orari e condizioni economiche.

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