La Telecontact Center lascia Pont-Saint-Martin: «Ora la Regione si faccia carico della chiusura, non prenda semplicemente atto»
Lo stabilimento di Pont-Saint-Martin della Telecontact Center, società del gruppo Tim, va verso la chiusura. Gli 87 dipendenti della sede valdostana saranno trasferiti a Ivrea, dove già lavorano 60 persone. Per i sindacati delle telecomunicazioni di Cgil, Cisl e Uil della Valle d'Aosta, «la “scusa” è quella di razionalizzare i costi, ritenuti elevati per gli aumenti dell'energia e dell'affitto. Siamo contrari alla chiusura e preoccupati per il futuro dei lavoratori». L'azienda ha comunicato la decisione ai sindacati Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil. I sindacati valdostani allertano anche i rispettivi nazionali. «Esprimiamo la nostra contrarietà alla decisione aziendale di chiudere la sede di Pont-Saint-Martin - si legge in una nota delle 3 sigle - e ricordiamo all'azienda che una sede aperta rappresenta sempre un valore aggiunto, per la stessa, per i lavoratori e per il territorio».
In conclusione, i sindacati chiedono «all'azienda di rivedere la sua decisione di trasferimento dello stabilimento a Ivrea e di prendere in considerazione soluzioni alternative, come per esempio l'utilizzo di altre sedi della Tim dislocate sul territorio valdostano».
«Come Savt Industrie, - aggiunge Edy Paganin - dopo aver sentito il personale interessato operante nella sede di Pont-Saint-Martin e l'assessore regionale alle Attività Produttive Luigi Bertschy, abbiamo incontrato i responsabili dell'azienda, per conoscere nel dettaglio le tempistiche e le modalità di tale operazione, che comporterà non pochi disagi ai dipendenti. L'azienda durante l'incontro ha sottolineato che l'operazione è una semplice manovra di razionalizzazione dei costi, non più sostenibili.
L'azienda aveva già ridotto gli spazi di utilizzo, da 1.500 a 1.000 metri quadrati, ma questo non è stato sufficiente. La chiusura è prevista il 31 marzo 2023». Nei prossimi mesi la trattativa sindacale e «L'intento è ottenere delle agevolazioni sui trasporti verso Ivrea ed ampliare la platea dello smart working, soprattutto per i dipendenti che saranno più distanti dalla nuova sede. In questa fase vorremmo che anche la Regione si facesse carico dell'ennesima chiusura di un azienda, e non solo, come successo precedentemente per altre realtà della bassa valle, prenda atto delle scelte aziendali».