«International women mountain guides summit» per la prima volta in Valle d’Aosta, tra Arnad e Bard

«International women mountain guides summit» per la prima volta in Valle d’Aosta, tra Arnad e Bard
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E’ stata un’occasione di confronto tra guide alpine donne a livello internazionale il 1° International Women Mountain Guides Summit - sostenuto dalla Regione Valle d’Aosta e dal Forte di Bard, con Montura e Grivel sponsor - che ha preso il via venerdì scorso, 14 ottobre, ad Arnad all’Osteria L’Arcaden con il Meeting for Climbing, prosecuzione del meeting nato 4 anni fa ad Arco di Trento. In serata al Forte di Bard invece si è svolta la conferenza «Women Mountain Guides, training and profession».

L’incontro tra colleghe, voluto da Anna Torretta - guida alpina della Società di Courmayeur che quando è diventata aspirante guida nel 2000 ha fondato la prima scuola al femminile Avventura Donna - si è tenuto per la prima volta in Valle d’Aosta e si è aperto anche alle guide alpine estere (14 tra italiane, francesi, norvegesi, svedesi e francesi) grazie al supporto dell’Uvgam Unione valdostana guide di alta montagna, che con il suo presidente Ezio Marlier ha condiviso la proposta di Anna Torretta con l’Unione internazionale guide alpine.

«Si è già deciso di fare un altro convegno l’anno prossimo a Chamonix» dichiara Anna Torretta. «Con l’obiettivo di avvicinare più donne alla montagna e alla professione, il summit ha portato l’attenzione su un tema attuale, raccogliendo testimonianze e riflessioni comuni sul fatto che sia in Italia che all’estero le percentuali di guide donne siano molto basse e oscillino tra il 2 e il 3 per cento, nonostante in altri ambiti le donne abbiano conquistato quote più alte. Ovunque i criteri di accesso e selezione alla professione di guida alpina tra uomini e donne sono uguali. Solo in Francia, avendo corsi propedeutici di 2 anni anni con équipe femminili e maschili, è aumentato il numero di ragazze che partecipano alle selezioni. Con una mentalità simile è più facile lavorare in gruppo. Creare équipe femminili potrebbe essere una tendenza pure in Italia. Sono contenta sia dei temi, che mi stanno da sempre molto a cuore, sia della scelta della Valle d’Aosta che, grazie alla sua posizione, ha incentivato l’internazionalità del convegno. E’ molto stimolante trovarsi tra guide almeno una volta all’anno».

Il giorno dopo, sabato 15, ha preso il via la quarta edizione dell’evento Women’s Climbing Days, 2 giorni di arrampicata con le donne guide alpine, organizzato dall’associazione trentina Donne di Montagna (www.donnedimontagna.com) e dedicato alle donne appassionate di arrampicata, ospitato alla falesia dei Biellesi a Donnas, sopra la strada romana, e domenica 16 alla falesia di Montestrutto sotto Quincinetto, in Piemonte.

«Le donne sono da sempre al centro della vita di montagna, il loro ruolo è stato fondamentale in Valle d’Aosta, garantendo la sopravvivenza e la continuità delle aziende agricole, oltre che della famiglia» ha commentato Aurelio Marguerettaz, vicepresidente del Consiglio regionale.

«L’esiguità del numero non è un problema solo italiano o valdostano, riguarda tutto il mondo, anche quei Paesi dove la parità è un dato di fatto come la Norvegia» ha aggiunto Jean-Pierre Guichardaz, assessore regionale al Turismo.

«Le donne hanno una marcia in più nel “problem solving”, però hanno minori possibilità di accedere a determinate professioni poiché sono deputate all’accudimento familiare, dei figli e degli anziani. - ha aggiunto - Andrebbero messe in campo politiche familiari che lascino loro più tempo libero e forse andrebbero previste quote rosa nei percorsi formativi per aspiranti guide alpine e accompagnatrici di media montagna per creare condizioni di uguaglianza sostanziale».

Contenta di aver incontrato altre colleghe italiane ed europee, Urpu Hapuoja, prima donna guida in Finlandia, che lavora e vive in Norvegia, dove su 120 guide solo 7 sono donne, ha osservato come «le sfide siano le stesse da nazione a nazione. In Norvegia si parla da molto tempo di come coinvolgere maggiormente le donne in una professione che impatta molto sulla vita familiare. Nelle selezioni ci si focalizza anche sulle abilità soggettive e sociali, poiché è un lavoro di grande empatia e contatto con le persone».

«Non sarebbe male avere più donne nell’Uvgam perché portano idee differenti e sono polivalenti. E’ sempre positivo uno scambio tra uomini e donne. Purtroppo, su 251 guide valdostane, solo 7 sono donne ed è difficile trovarne che partecipino alle sele-zioni», ha rilevato Rudi Janin, dal 2008 direttore dei corsi per guide alpine in Valle d’Aosta.

«E’ la prima volta che ci si trova a livello istituzionale per parlare di donne guide, un tema che mi sta molto a cuore» ha concluso Ezio Marlier. «Un’iniziativa interessante per cercare di trovare soluzioni e dare suggerimenti alla politica per garantire pari opportunità d’accesso».

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