Cogne, con l’evento «Train de vie» si festeggia in musica il centenario della Ferrovia del Drinc
E’ oggi - sabato 22 ottobre - alle 15, a seconda della meteo, nel prato o nell’auditorium della biblioteca di Cogne l’evento, a ingresso libero, «Train de vie», organizzato dall’Associazione dei musei di Cogne, che dal 1991 si occupa della salvaguardia e della trasmissione della memoria storico-culturale locale, per festeggiare il centenario della Ferrovia del Drinc, inaugurata il 18 ottobre 1922 e considerata all’epoca l’opera d’ingegneria mineraria più importante del mondo. Al consueto brindisi, che avviene da 11 anni per ogni compleanno, si aggiunge in questo caso un concerto con 2 gruppi musicali valdostani: TintaMaRock e GomoSapiens, che propongono anche pezzi inediti scritti e composti per l’occasione (per esempio, 100 anni di Denis Lanaro dei TintaMaRock). Il nome dell’evento allude alla funzione vitale che ha avuto la ferrovia, per quasi un secolo, per Cogne, unica località di una valle laterale della Valle d’Aosta ad avere una via di fuga nei casi in cui la strada non fosse praticabile per frane o eventi meteo avversi. Come si verificò, per esempio, in occasione della grande nevicata del 2008, quando il trenino permise un traffico quasi normale di persone e provvigioni.
«La ferrovia chiuse nel 1979 la sua attività di trasporto dalla miniera di Cogne vicino al villaggio Moline alla teleferica delle acciaierie di Aosta in località Acque Fredde a Gressan, lungo una galleria di quasi 12 chilometri» racconta Barbara Tutino (foto), artista e membro dell’Associazione dei musei. «Ci siamo battuti per anni per salvaguardarla e rinconvertire la linea in trasporto turistico, ma non c’è mai stata una reale volontà politica in tal senso, come si desume dalla lettura di un libro, autoprodotto 5 anni fa, che raccoglie la rassegna stampa di 95 anni, con un commento a latere, e sarà disponibile all’evento odierno». Si costituì il comitato «Cuore di ferro», che promosse una petizione che raccolse circa 10 mila firme, però il progetto, nonostante ingenti investimenti pubblici, non si concretizzò e fu abbandonato nel 2012 dalla Regione, che dismise la tratta e mise all’asta i materiali, ceduti infine, a marzo 2022, per la somma di 31.500 euro.
«Se si fosse mantenuta la galleria per lo scopo per cui era nata, invece che utilizzarla per far passare tubi per il metano o fibre ottiche, sarebbe stato un atto lungimirante» conclude Barbara Tutino. «In ogni caso, finché c’è la galleria c’è speranza, anche perché è costruita nel granito».