Gioia inattesa o riscatto: le storie dei debuttanti

Gioia inattesa o riscatto: le storie dei debuttanti
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Come ogni anno, non mancano gli allevatori che domani, domenica 23 ottobre, porteranno per la prima volta una bovina alla finale regionale. Per loro l’emozione è ancora più grande.

Marcello Glassier: «Il terzo tentativo è stato quello buono»

Marcello Glassier, 24 anni, di Aosta, ha colto l’ultima occasione utile qualificando la sua Briga con il terzo posto all’ultima eliminatoria di Gressan. «Erano 2 anni che perdeva la battaglia “per entrare”, al terzo tentativo ce l’ha fatta!. - esclama - Ho questa passione fin da quando ero bambino: ho cominciato con Camillo Favre, il padrino di mio papà, ormai mancato da tempo. Mio papà Narciso e mia mamma Lucia Manavella invece si occupano di altro. Io ho 13 animali nella stalla di Signayes, ma faccio anche altri lavoretti in giro, sempre nel settore agricolo. Essere protagonista alla Regionale è una bella soddisfazione, visto che dal 2009 assisto come spettatore. Cosa mi aspetto? Nulla, solo che faccia una bella battaglia. Ringrazio Alizée Argentour e Francesco Forte, amici che mi hanno dato una grande mano in questi anni».

Bufera, la gioia dei frères Arvat

«I frères Arvat sono i miei figli: Chloé, Germain e Sophie, rispettivamente di 7, 5 e 2 anni». Thomas Arvat di Donnas fino a qualche tempo fa andava alle battaglie insieme a suo fratello Fabio. Ora ognuno porta le bovine a combattere con la rispettiva famiglia e per Thomas quest’anno è arrivata la gioia della prima qualificazione in carriera grazie a Bufera, seconda di prima categoria a Villeneuve. «Con la mia compagna Martine Vallainc e i miei figli abbiamo 4 mucche per passione, tutte da battaglia naturalmente. Il mio lavoro è artigiano edile. - rivela il 31enne di Donnas - La nostra stalla è in via Selve, all’ingresso del borgo medievale. Sabato porto la nostra Ardita all’Interregionale e domenica Bufera alla Regionale. Ho comprato la mamma e il papà di Bufera dai Cunéaz di Valpelline ma lei è già nata da noi, quindi la soddisfazione è doppia! Io da 8 anni faccio parte del comité e al mattino aspettavo sempre le reines degli altri: per una volta ne ho una mia! Vada come vada, sarò contento!».

Gérard Montovert di Torgnon: «Ho deciso, chiudo l’azienda»

Gérard Montovert, 26 anni, di Torgnon, sarà alla Regionale con la sua Bandit, che ha comprato in primavera da Piero Busso di Donnas e che si è qualificata con il terzo posto in prima categoria a Châtillon. «Erano 8 anni che ci provavo e ben 4 volte con altre bovine avevo perso il combattimento decisivo per la qualificazione. Me la sono sudata!» sottolinea. La sua è una storia emblematica di un giovane appassionato di allevamento che si scontra con le attuali difficoltà. «Mia mamma Katia Gorret è albergatrice, mio papà Aldo Montovert impresario edile. - racconta - Io ho cominciato da zero questa attività, prendendo all’inizio qualche capra con mio nonno Camillo Gorret e arrivando ora a 30 capi tra mucche, capre e cavalli nella stalla di Vesan. A malincuore ho però deciso che a fine anno chiuderò l’azienda, metterò via tutte le mucche da latte e terrò solo qualche capo per passione: andrò a lavorare per la Cervino Spa agli impianti di risalita di Torgnon. E’ brutto da dire, ma l’attività di piccolo allevatore con 20 mucche non è economicamente sostenibile, il gioco non vale la candela. A maggior ragione con gli ultimi rincari». Speranze per domenica? «Non ho aspettative particolari per la finale, non credevo nemmeno che Bandit riuscisse a qualificarsi!». Un acquisto azzeccato, segno che possiede un occhio lungo nell’individuare una reina. «Sì, e anche un po’ di fortuna!» ride Gérard Montovert.

«Un anno e mezzo fa ho rischiato di morire: è la mia rivincita»

Per qualcuno la qualificazione alla Regionale è una rivincita. Maurilio Gérard, ad esempio, negli ultimi tempi ha vissuto momenti difficili. «Un anno e mezzo fa ho avuto un infarto in stalla e ho rischiato di morire. - racconta - Mi hanno soccorso con l’elicottero e un’ora dopo ero sotto i ferri. Per me essere tra i protagonisti domenica è già una vittoria». Merito suo e di Stella, bovina che viene dalla genealogia dell’azienda La Borettaz di Gressan (è figlia della loro reina Ardita) e che a Cogne si è classificata terza di secondo peso. «Ho 58 anni e ho sempre lavorato con gli animali, - dice - un tempo all’Institut Agricole, adesso per conto mio. Conduco l’alpeggio Ponton nel vallone dell’Urtier. Ho una ventina di mucche “nere” mentre mio figlio Patrick e mio zio Franco Gérard hanno la società “Costa del Pino” con le mucche da latte. Da anni ci provavo ma mi ero sempre fermato a un passo dalla qualificazione. Quest’anno è andata bene! E’ già fantastico essere lì, non resta che sperare che Stella faccia bella figura».

«Dicevano che era una mucca inutile: ora siamo in finale»

Pure per Fabien Gex di Arvier la qualificazione ha il sapore della rivincita. «Quando ho comprato Mitra dalla stalla di Lauro Pont la gente mi prendeva in giro. - ricorda - “Hai comprato una mucca inutile”, dicevano. Questo perché Lauro l’aveva portata 3 volte a battere e non aveva mai “toccato testa”. Eppure io ci avevo visto qualcosa». E ha avuto ragione dato che Mitra si è qualificata terza di terza categoria a Villeneuve. «Abbiamo avuto la rivincita sia io che lei contro chi non credeva in noi! - rivendica Fabien Gex, che è consigliere comunale ad Arvier e pure apprezzato fisarmonicista - Ho 24 anni e sono nato in mezzo alle mucche grazie a mio cugino Gino Luboz, che purtroppo è mancato. Lui aveva bovine da latte, io invece ho sviluppato l’amore per quelle da battaglia. Ho la stalla a Planaval, con una sola “bianca e rossa”. L’allevamento è passione, di lavoro sono identificatore dei bovini per l’Arev. Dalla finale non mi aspetto nulla: sono già grato a Mitra per ciò che ha fatto!».

«Dedicato al ricordo di mio papà Augusto Rosset»

Le batailles sono anche storie di famiglia, tra gioie e dolori. Per Mirko Rosset l’anno era cominciato con il dolore per la perdita di papà Augusto mentre a ottobre gli ha regalato la gioia della qualificazione di Bandit, terza di terza categoria all’ultima eliminatoria, quella di Gressan. Bandit era nella pancia di Monella quel giorno di ottobre del 2015, quando Augusto Rosset portò per l’ultima volta una sua bovina alla Regionale. «Bandit piaceva molto a mio papà e quest’anno a Gressan l’ho portata a combattere per la prima volta. - racconta il 20enne Mirko - Naturalmente il pensiero va a lui che con tanti sacrifici ha condotto l’azienda agricola, con l’ultima stalla nel borgo. Quando è mancato io stavo prendendo il diploma da manutentore all’Ipr “Corrado Gex”. Ho messo via alcune mucche e adesso ho solo più Bandit e 2 vitelle, che tengo nella stalla di mio cugino Renzo Rosset, vicino al distributore di Contoz, così possono pascolare all’aperto. Adesso sto cercando un lavoro, in modo da mantenere come hobby la passione per l’allevamento e per le battaglie, che mi ha trasmesso mio papà. Speranze per domenica? Già arrivare lì è stato un traguardo insperato: tutto quello che farà all’arena sarà in più!».

«Lombardeun, un regalo a mio figlio Patrick»

Anche per Fulvio Ronco sarà la prima Regionale da protagonista. «Ho 52 anni, ce ne ho messo di tempo! - ride l’allevatore di Issime, che porterà alla Croix-Noire Lombardeun, terza di seconda categoria a Gressoney - L’ho comprata da Piero Busso 3 anni fa ed era un regalo di Natale per mio figlio Patrick, che ha 12 anni. Il suo fratellino più piccolo, Manuel, che ha 9 anni, invece è più appassionato di capre. Con mia moglie Daniela Rial, alleviamo una quindicina di mucche nell’ultima stalla che si incontra salendo verso il vallone di San Grato. E’ un hobby, io di mestiere sono muratore». «Avevo già portato diverse mucche a combattere, qualche volta ero arrivato vicino alla qualificazione ma alla fine non mi era mai andata bene. - conclude Fulvio Ronco - Domenica saremo tutti ad Aosta a fare il tifo!».

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