Kairos, fotolibro sul tempo sospeso a sostegno dell’Associazione Viola

Kairos, fotolibro sul tempo sospeso a sostegno dell’Associazione Viola
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Si intitola Kairos, come la divinità dell’antica Grecia che indicava il “momento opportuno”, il nuovo fotolibro edito da framedivision. Alla presentazione, giovedì 13 ottobre, nel teatro della Cittadella dei Giovani di Aosta, era presente la dottoressa Denise Vacca, autrice dei testi affidati in un primo tempo all’immediatezza dei social, ora affiancati dalle foto di Fabio Dibello. La dottoressa è tornata ormai da 6 anni nella sua Sardegna, a Cagliari, ma il legame con il reparto Cure Palliative e Hospice dell’Usl della Valle d’Aosta è rimasto molto forte: hanno partecipato alla presentazione anche i medici valdostani Aurelio Viale e Marco Musi, quest’ultimo direttore uscente della struttura, fresco di pensione. Nel dialogo moderato da Davide Mancini, introdotto da Alexine Dayné, responsabile di produzione di framedivision che ha affidato al fotografo Alessio Zemoz il design del volume, sono emersi i dettagli di un’esperienza dolorosa e forte, la vicinanza con la sofferenza di chi vede la propria vita avvicinarsi al termine ma viene accolto in un ambiente in cui la creatività e la relazione danno nuova luce ad ogni aspetto. «Mi dicono che sono abituata alla sofferenza ma non è vero, - afferma la dottoressa DeniseVacca - è impossibile assuefarsi alla morte. È invece possibile servirsi dell’arte, che permette di valorizzare la fragilità che emerge e diventa forza». Il progetto è partito dal fotografo Fabio Dibello, che nei testi di Denise Vacca ha “visto” immagini da realizzare. «Sono tutti scatti unici - precisa Fabio Dibello - in cui volevo che fosse l’interlocutore a prendere posizione. Come nel concetto di eterotopia usato dal filosofo Michel Foucault, ci sono spazi reali, definiti, connessi e insieme distinti da tutti gli altri». Il Reparto Cure palliative è stato attivato ad Aosta insieme alla Struttura di oncologia, grazie al dottor Francesco Di Vito ed al suo staff. «Il termine hospice ricorda l’antico ospizio di carità. - osserva il dottor Marco Musi - E invece è diventato un luogo ricco di umanità, dove le persone, i pazienti, i parenti e chi gravita attorno a loro hanno occasione di vivere insieme esperienze positive». Il ricavato dell’iniziativa sarà devoluto all'Associazione Viola, nata per sostenere le donne colpite da tumore al seno.

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